SALVINI FINANZIATO DA PUTIN PER LE EUROPEE?
Secondo un’inchiesta de L’Espresso il Cremlino finanzierebbe la Lega in vista delle elezioni europee. Nessuna prova certa, è chiaro, ma solo sospetti su accordi e trattative in corso(o già stipulate) per una compravendita di gasolio di cui però non si hanno tracce sull’esito finale.Sospetti che impongono pertanto la massima cautelae l’uso obbligato dei si dice, si reputa e dell’ancor più doveroso ricorso al condizionale nel coniugare i verbi. Sospetti che se confermati aprirebbero nuovi e inquietanti scenari sulla politica italiana.Sospetti di cui non si parla abbastanza, forse perché se ne ignora l’esistenza o forse, e questo sarebbe di una gravità indicibile, perché rassegnati all’ineluttabile di una politica alla deriva senza più una via di ritorno. Ci sarebbe dunque la Russia dietro alla Lega nella prossima tornata elettorale. Almeno stando all’inchiesta dell’Espresso, è bene sottolinearlo ancora una volta.Inchiesta divenuta parte integrante de ‘Il libro nero della Lega’, in uscita il 28 febbraio. In che modo, sembrerebbe semplice. Attraverso una trattativa segreta atta a fornire un cospicuo sostegno di svariati milioni di euro, mascherato da compravendita di carburante. Andiamo per ordine.Tutto ruoterebbe intorno ad una trattativa segreta per la vendita di uno stock di ben 3 milioni di tonnellate di ‘Gasoil EN 590 standars Udsl’ che una compagnia russa avrebbe ceduto ad una italiana.Compravendita che avrebbe poi rimpinguato le casse della Lega in vista delle europee. Se il come sarebbe ‘comprovato’ da continui scambi di email, riunioni, viaggi e contatti vari, il perché sembrerebbe ancora più semplice: sostenere segretamente il partito di Salvini alle europee. A reggere le fila in questo negoziatotra Russia e Italia ci sarebbe un personaggio chiave del Carroccio:Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvinie, secondo i media russi, anche suo consigliere. E’ Savoini che accompagna sempre il vicepremier nelle sue visite a Mosca. E sarebbe sempre Savoini a caldeggiare la trattativa, spiega l’inchiesta, e ad incontrare,nell’ottobre del 2018, esattamente il giorno 18, tre pezzi grossi dell’establishment putiniano per definire i termini dell’accordo. Una proposta di quelle che non si possono rifiutare:3 milioni di gasolio in 12 mesi per altrettanti milioni da finire dritti dritti nelle casse della Lega.Del cui esito, è bene sottolinearlo non una ma mille volte, non si hanno prove. Un negoziato che, se confermato, aprirebbe diversi interrogativi sulle elezioni europee dal momento che Putin in Europa è visto come il fumo negli occhi e laLega, almeno in origine, era chiaramente anti-russa. Appunto, era.Con l’arrivo sulle scene del capitano le cose però cambiano. Negli anni 2013/2014, dopo la creazione dell’Associazione Culturale Lombarda Russa, i legami tra Lega e Russia si intensificano e quest’ultima non viene più percepita come un nemico per la Ue ma piuttosto come prezioso alleato. Utile per futuri scambi commerciali e perché no anche politici. Da qui i diversi viaggi di Salvini in terra russa(nel 2007 stipula un accordo di cooperazione tra Lega e Russia Unita) e la presa di distanza di tutto il Carroccio dalla spinosa questione delle sanzioni Ue alla Russia. Dove c’è fumo c’è anche arrosto, si è soliti dire. E qui di fumo ce ne sarebbe parecchio, stando all’inchiesta. In quanto all’arrosto o è ben custodito o è andato a male.Fatti che se comprovati dimostrerebbero una grave ingerenza della Russia nell’intera politica europea oltre che italiana. L’Espresso ha chiesto un commento ufficiale al vicepremier sulla vicenda, senza però ottenere risposta. A chiedere lumi anche diversi politici dell’opposizione: ‘prima gli italiani o prima i russi? Salvini chiarisca in Parlamento’, twitta Andrea Orlando. Salvini tace.E con lui l’intero governo. Di quest’inchiesta però si continuerà parlare
