UNA LEZIONE DI VITA AFRICANA
“Viviamo in un’età planetaria – scriveva il compianto teologo Ernesto Balducci negli anni ‘70 – con una coscienza neolitica”. Laverità è che nella soluzione dei problemi che riguardano le relazioni tra Nord e Sud del mondo, tra Paesi ricchi e Paesi poveri, la sfida ha innanzitutto e soprattutto una valenza fortemente culturale ed educativa, prim’ancora che essere legata a questioni sociali, politiche o economiche. A questo proposito può giovare lo studio del pensiero “Ubuntu”. Si tratta di un concetto filosofico della tradizione bantu, dalla forte valenza sociale, presente, ad esempio, nelle lingue dei popoli Zulu e Xhosa. Se provassimo a tradurlo in Italiano, potremmo dire: “io sono perché tu sei”, “una persona diventa umana attraverso altre persone”, “una persona è una persona a causa di altre persone”. Ecco perché da quelle parti si dice: “Umuntu, nigumuntu, nagamuntu”, che, nella lingua Zulu, significa: “una persona è una persona a causa di altri”, affermando così la centralità della relazione umana dal punto di vista ontologico. Ma non v’è dubbio che chi è riuscito, forse meglio di altri, a spiegare il reale significato di questo concetto ancestrale, è stato l’ex presidente sudafricano e Nobel per la Pace, Nelson Mandela. “Una persona che viaggia attraverso il nostro Paese e si ferma in un villaggio – ha commentato – non ha bisogno di chiedere cibo o acqua: subito la gente le offre del cibo, la intrattiene. Ecco, questo è un aspetto di Ubuntu, ma ce ne sono altri. Ubuntu non significa non pensare a se stessi; significa piuttosto porsi la domanda: voglio aiutare la comunità che mi sta intorno a migliorare?”. Ma per comprendere ancora meglio quanto sia forte questa dimensione relazionale all’interno di queste culture di ceppo “bantu”, è illuminante un aneddoto raccontato di un antropologo che ha svolto un’intensa ricerca su questo tema in Sudafrica. Un giorno, egli decise di mettere un cesto pieno di frutta vicino a un albero, dicendo poi a un gruppo di ragazzi che chi tra loro fosse arrivato prima avrebbe vinto tutti i frutti. Quando diede il segnale, tutti i bambini si presero per mano e corsero insieme, poi si misero in cerchio per godere comunitariamente il premio promesso. Successivamente, lo studioso chiese il motivo per cui avevano evitato la competizione, e tutti risposero insieme: “Ubuntu!”. Una saggezza ancestrale che tutto comprende, dalla forte valenza evangelica e a cui il mondo globalizzato, quello degli affari e dello spread, dovrebbe guardare maggiormente con rispetto.
