PANDEMIE GLOBALI, E’ CERTO CHE CE NE SARANNO ALTRE: MEGLIO PREPARARSI
Partiamo dall’inizio con una lunga ma necessaria premessa.Cos’è una pandemia e quali sono le sue fasi?Con il termine pandemia si indica una epidemia capace di diffondersi rapidamente attraverso vasti territori e continenti, interessando più aree del mondo. Le malattie responsabili di una pandemia sono ad alta trasmissibilità umana, spesso hanno avuto origine da gruppi di animali che hanno poi infettato l’uomo. Per quanto riguarda le pandemie influenzali, l’Oms(Organizzazione mondiale della sanità) ha stabilito tre condizioni per individuarle: compare un nuovo agente patogeno; l’agente patogeno colpisce l’uomo causando gravi patologie; l’agente patogeno si diffonde rapidamente e con facilità tramite contagio. Anche per le fasi dell’avanzamento del contagio vi sono le indicazioni dell’Oms. In primo luogo vi è unperiodo interpandemicocon due fasi: nella prima, nessun nuovo agente patogeno ha infettato l’uomo; nella seconda, nessun nuovo agente patogeno ha infettato l’uomo, ma un virus animale potrebbe essere trasmesso all’uomo. Vi è poi ilperiodo di allerta: sono presenti casi sporadici ditrasmissione da animale a uomo, possono verificarsi rari casi di infezione interumana; la trasmissione da uomo a uomo è limitata a piccoli gruppi in aree ristrette; e la trasmissione interessa gruppi più grandi ma è ancora localizzata. Quindi sopraggiunge ilperiodo pandemico vero e proprio con la trasmissioneche interessa aree più vaste e si diffonde più velocemente tra la popolazione. A questo punto potete porvi la domanda fatidica.Ma a noi che ci importa di una pandemia?Anche perché non è mica detto che, dopo quelle storiche (la peste di Giustiniano a Costantinopoli, la “peste nera” e il colera in Europa, la SARS in Asia, eccetera), ce ne sarà un’altra? Dai, no… Ecco la risposta: invececi importa perché ci sarà di sicuro. Chi lo dice? L’Emerging Risks and Research teamdeiLloyd’sdi Londra:“Una pandemia globale non è un rischio ma una certezza, l’alea è riferibile solo a quando accadrà”. Un interessante approfondimento della questione lo possiamo trovare nel numero di settembre-ottobre 2016 diUpSide Risk, bimestrale di informazione e cultura su temi di Risk Management, intitolato per l’appunto “Rischio Pandemia”. Questo lo stralcio: “Secondo una simulazione realizzata dai ricercatori inglesi, un evento similare all’influenza spagnola, registrato nel 1918, potrebbe provocare unariduzione media del Pil mondiale sino al 10%, con un effetto devastante su specifiche aree geografiche”. Si ricordi che nel caso dellaSars(a livello pandemico un caso certamente minore con 774 casi mortali ufficialmente rilevati), l’organizzazione Trust for American Health stimò in oltre 40 miliardi di dollari la perdita sofferta dall’economie dell’Asia e del Pacifico. Tale danno economico si concentrò principalmente sulsettore del turismo e dei viaggi, con un calo del traffico aereo intercontinentale per le aree asiatiche, di fatto un danno d’interruzione d’attività misurato nel 66% del fatturato specifico delle compagnie aeree internazionali operanti sulle rotte coinvolte: quindi un danno economico riscontrabile non solo nella zona geografica immediatamente coinvolta. Perciò, rischio pandemia significa emergenza globale, ovviamente sia che accada domani, sia tra trent’anni. «Il rischio di pandemia», spiegaGiovanni Favero, direttore responsabile diUpSide Risk,«rappresenta una seria minaccia non solo per la salute delle popolazioni a livello globale ma anche per la sostenibilità economica internazionale, soprattutto nelle aree con maggior concentrazione di povertà e con un impatto consequenziale che non fa sconti nemmeno ai più moderni e organizzati sistemi socio-economici». Da qui la Banca mondiale, con il supporto dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha creato ilPef (Pandemic Emergency Financing Facility), ossia un piano d’intervento che si sostanzia in una significativariserva economicaabbinata a un piano di gestione dell’emergenza e una rapida allocazione di risorseper fronteggiare possibili crisi globali determinabili da una pandemia. Perché esiste una stretta correlazione tra una pronta risposta organizzativa e risorse immediatamente disponibili, la possibilità di salvare vite umane e proteggere le economie globali. Un rischio con un potenziale impatto macro-economico a cui si abbina una necessaria e cruciale risposta dirisk managementche riguarda innanzitutto sistemi di governo, entità sovranazionali e organizzazioni internazionali. Quantificando la questione nei soliti soldoni, si stima che nel 1918 l’influenza spagnola costò il 5% del Pil Mondiale,l’esperienza più recente di Ebola, classificabile peraltro come evento minore, ha avuto un costo di risposta globale di 7 miliardi di dollaricolpendo di conseguenza le economie di Guinea, Liberia e Sierra Leone. E infatti la Banca Mondiale ha definito l’eventualità di pandemie “uno dei maggiori rischi inassicurati ad alta probabilità di accadimento nel mondo di oggi”, stimando molto verosimile in un orizzonte temporale tra i 10 e 15 anni il rischio di sperimentare un evento pandemico globale capace di destabilizzare economie e società.
