TORINO, LA CITTA’ DELL’AUTO RINUNCIA ALL’AUTO INDIVIDUALE
“It can work” recitava Frankenstein Junior, ma la frase questa volta vogliamo dedicarla a Torino. Sperando di poterla attribuire a tante altre città.Il Comune sta lavorando a un progetto per ottenere il co-finanziamento da parte del ministero dell’Ambiente che dovrebbe essere presentato entro giugno, e prevede incentivi per chi deciderà di rinunciare all’auto rottamandola per cominciare a muoversi con mezzi pubblici o in condivisione; un’app monitorerà gli spostamenti in bici e premierà i cittadini che la utilizzeranno di più.Progetto figlio di una consapevolezza ambientale e della convinzione che l’istituzione che può agire, e che può farlo meglio sul tema, è proprio l’amministrazione comunale, titolare della mobilità quotidiana.Torino è la seconda città a muoversi in questo senso. Nei mesi scorsi il Comune di Bari aveva promosso un’iniziativa simile, sempre in collaborazione con il ministero dell’Ambiente, che però è garantita solo per 4 mesi e ha un tetto massimo di 25 euro al mese e alcune centinaia di euro per l’acquisto delle biciclette.Il capoluogo piemontese invece propone un progetto più articolato sulla mobilità sostenibile. Un passo che va ad aggiungersi a quelli della carta servizi Maas, acronimo anglofono che si può tradurre con “Mobilità come servizio” (Mobility as a service) e che prevede l’integrazione di tutti i mezzi di trasporto attivi che diventano accessibili tramite un unico abbonamento.Il progetto Maas viene dalla Finlandia e si basa sul principio di progettare la mobilità mettendo insieme i servizi e i mezzi di trasporto con gli strumenti di informazione e di biglietteria in un contesto multimodale. L’idea di una città senza un’auto individuale in un ambiente tecnologico di informazioni e possibilità condivise.“Incentivare l’uso di mezzi alternativi a quelli privati – ha spiegato l’assessora alla Viabilità del Comune di Torino, Maria Lapietra – è uno dei nostri obiettivi di mandato e lo faremo proprio estendendo il Maas anche a chi rottama la sua auto”.I ciclisti avranno un’app sullo smartphone che monitorerà quanto pedalano ogni giorno, soprattutto se usano la bici per gli spostamenti casa-lavoro, e, in base ai chilometri percorsi in un mese, darà diritto a “buoni” da spendere con altri mezzi di trasporto.Il punto è che a Torino si può vivere e lavorare senza auto privata; la stessa domanda andrebbe posta in altri contesti urbani.Singolare però che il tessuto industriale dell’auto, che ha Torino come indiscussa capitale, sia sopravvissuto per anni proprio grazie agli incentivi alla rottamazione per l’acquisto di una nuova auto. Strana la storia.Ma il cambiamento è epocale.
