ALLA SINISTRA SERVONO I CATTIVI, CIOE’ I BUONISTI CON GLI ARTIGLI

ALLA SINISTRA SERVONO I CATTIVI, CIOE’ I BUONISTI CON GLI ARTIGLI

Quando, sempre più di rado, guardo in tivù italk showche dibattono lapoliticae mi imbatto inMaurizio Belpietro,Mario Giordano,Franco Bechis,Pietro Senaldi,Alessandro Sallusti, nel loro leaderVittorio Feltrie in altrireazionarisono colpito dalla totalelibertàdi parola che dimostrano. Nessuno di loro ha preoccupazioni di sorta, non esiste ilpoliticamente corretto, parlano a una sola parte degli ascoltatori mettendo in conto anche di irritare, e di irritare grandemente, quelli che non la pensano come loro. Sonogiornalisti liberi. La forza dello schieramento in cui si sono collocati nasce anche da questa loro libertà. Nasce, cioè, dal fatto che da anni, cambiando anche radicalmente riferimenti – daSilvio BerlusconiaMatteo Salvini-, loro hanno abbracciato tesi “cattiviste” e hanno indicato nellasinistratout courte nel “buonismo” il nemico (non l’avversario, ilnemico) del Paese. IL CAMUFFAMENTO DELLA REALTÀ DEI GIORNALISTI DI DESTRA Intelevisionehanno una presenza costante anche giornalisti eintellettuali grilliniche si caratterizzano invece, più che per le tesi positive che sostengono, per un racconto catastrofico del passato così che al pubblicoLuigi Di MaiooVirginia Raggipossano sempre apparire come il male minore. Quest’ultimo atteggiamento, come si sta vedendo, non paga mediaticamente. Icinque stelle, grazie ai loro leader e grazie a giornalisti che li amano, sono alla frutta anche se troppo prematuramente si dà per spacciato un movimento che ha ancora un così grande consenso. Sono i giornalisti di destra quelli che invece stanno facendo l’impresa con la loro franca spudoratezza, il camuffamento della realtà, la creazione artificiosa dipaure, la mostrificazione del buonismo, l’idea che ilpopolo italianosia assediato da un esercito di pezzenti che viene da tutto il mondo per minacciare lepensionie le piccole case d’abitazione deipensionatisoli. A SINISTRA NON C’È CHI SI OPPONE INTEGRALMENTE A QUESTA DESTRA Diciamo la verità: così si fa. Questi colleghi e tanti altri ancora (la corsa a dinvetare più cattivi è ormai senza limiti e neppureMaria Giovanna Maglieriesce più a scandalizzare essendo nella normalità conformista dei cattivisti) rappresentano un fenomeno che dallamediaticitàsi sta trasferendo nellasocietàe di qui nella politica. Destra e sinistra, date prematuramente per morte in nome di quella straordinaria coglioneria del loro superamento, torneranno a combattersi e si combatteranno come nemici, cioè come rappresentanti di ipotesi del tutto opposte non solo digovernoma di relazioni con la società e direi persino fra gliesseri umani. Non mi incantano i dibattiti sui valori e suiprogrammi se non si mette in campo un piccolo esercito di talentuosi che prima spara sull’avversario e poi discute A sinistra questo “cattivismo” manca. Abbondano i difensori diMatteo Renziche sono sempre lì in tivù, ma non ci sono quelli che fanno della loro integrale contrapposizione alla destra la loro bandiera. Non penso a una gara di urla, penso anzi a una cosa assai pacata in cui però sia netta e visibile la contrapposizione irriducibile fra uno come Giordano e uno di noi. Qualunque discorso sulla ripresa della sinistra deve partire da qui. Non mi incantano i dibattiti sui valori e suiprogrammise non si mette in campo un piccolo esercito di talentuosi che prima spara sull’avversario e poi discute. Lo disse anche un altro più importante di me: non è un pranzo di gala. PD E ALLEATI VINCERANNO SOLO SE SI DECIDERANNO A COMBATTERE In questo scontro frontale una sinistra, buonista con gli artigli, deve solo evitare gli atteggiamenti disuperiorità moraleo quant’altro. Il nemico è solo il nemico non è un essere inferiore. Lo combatto in quanto nemico non in quanto io rappresenti di fronte a lui categorie superiori di moralità. E la guerra – sto parlando di una guerra di parole – deve essere senza cincischiamenti, senza sorrisini, non si deve essere mai d’accordo. E tutto ciò va condotto mescolando sapientemente alcuneideesemplici che devono diventare, per dirla conGiancarlo Pajetta, «pettegolezzo nazionale», con ragionamenti più profondi su come si esce da questo casino. Qualunque manuale militare spiega qual è il ruolo di chi deve stare nella primissima linea in attesa che arrivi l’esercito o addirittura che si formi. Oggi la sinistra discute se e quanto durerà l’effettoNicola Zingaretti, si perde nel dibattito se aprire o no leliste europeea quelli che sono usciti dalPd(caroRoberto Speranza, ti posso chiedere di mettere facce nuove?), ma non ha ancora capito che non siamo in una seduta di autocoscienza, non vinceremo mai facendo i pentiti ma solo combattendo, così che glielettoripossano dire, a torto o a ragione, quella che combatte è la mia parte, è la miapatria.