QUANDO LA POLITICA DIVENTA TIFO

Tre giorni di notizie. Tre. Congresso di Verona. Famiglia sì, famiglia no. Famiglia nera, famiglia arcobaleno. Sapienti mondiali riuniti in congresso a discutere di sentimenti giusti o sbagliati, di feti, di uteri in affitto, di donne. Persone di diverse estrazioni a sfilare per le vie di Verona rivendicando l’intangibilità di conquiste, l’inequivocabilita’ della libertà di scelta, l’insindacabilita’ delle condotte di vita ovviamente entro i parametri della liceità. Opposte fazioni. Come da un po’ di tempo accade. Tifo. La realtà che esacerbando gli animi si traduce, in ogni aspetto della vita, in Tifo a cominciare dalle riunioni di condominio. E la Politica quella attuale, quella del divide et impera, è l’esempio più eclatante di tifo da stadio, anzi da Arena per restare in tema. Pollice verso o pollice in alto e un popolo instupidito con la teoria della distrazione che segue gli uni o gli altri fideisticamente magari ingurgitando sondaggi sviscerati dai moderni aruspici. Pro Salvini. Pro Di Maio. Pro Zingaretti. Pro Tizio. Ma, Pro Patria, quando? Quando si comprenderà che la Politica è mediazione, è dialogo, è l’elevarsi dalla condizione di lotta nel branco per il raggiungimento della pace sociale? Questo continuo stillicidio di slogan di opposte tifoserie non consente al paese di intraprendere un cammino coerente, civile, costante. Si è sempre in assetto antisommossa, in attesa dei Daspo per i dissenzienti. E gli animi di chi ci governa, sono troppo turbati o meglio, disturbati, per vedere con lungimiranza al futuro. Caos preelettorale è il teatro odierno. Perdurante e pregnante ormai la vita politica del paese. Un tifo da stadio inarrestabile. “Nient’altro che una folla, sempre più vicina al suo punto di massima potenza, che spinge per un’uguaglianza non già degli interessi, bensì della pochezza, dell’insipienza”‘ (cfr. Corriere della Sera) Salvini fa il cucchiaio a Di Maio.Di Maio infila il rigore nella porta della Lega.Conte dichiara oggi riferito al ministro cambia divise: “Prima di parlare si studi di più e si lavori nei ministeri altrimenti si fa solo confusione” e forse fa fare autogol al governo. Zingaretti presenta un manifesto con la squadra da tifare… ( forse ci sarà il mercato estivo…per le riparazioni) Panem et circenses questo vuole un gregge_ gente. Forse va bene così. E ognuno ha la squadra che si merita e siccome siamo tante monadi vanno bene tante squadre. È proprio vero. Non si parte ad essere popolo, al popolo si arriva. Dovremmo riappropriarci della nostra dignità e poi esigere competenza e credibilità in chi ci rappresenta. È facile dividere e nella divisione trovare opportunismo e arrivismo. Difficile è fare decantare la rabbia e cogliere ciò che resta ed accomuna . Occorre abbandonare i facili automatismi e imparare a sentire con l’anima, sapendo che c’è da imparare anche dal banco degli asini. ” La base è l’uomo. L’uomo che diventa individuo ancor prima di diventare popolo” (cfr. Intellettuale dissidente). E non indossa una maglia acriticamente. Il tifo va bene quando si danno calci ad un pallone, non quando ad essere calciati sono i Valori Fondamentali di una Nazione.