STEFANO TRIA IN MARE PER I MIGRANTI. E COSA C’ENTRA CHE SIA FIGLIO DEL MINISTRO?

STEFANO TRIA IN MARE PER I MIGRANTI. E COSA C’ENTRA CHE SIA FIGLIO DEL MINISTRO?

Verrebbe da chiedersi: e allora? La notizia, lanciata dal quotidiano La Verità come fosse uno scandalo, quasi una mina per questo (traballante) governo giallo verde, di scandaloso non ha nulla. C’è un ragazzo che si chiama Stefano Tria che ha scelto di fare parte del team della Mare Jonio, la nave di Mediterranea Saving Humans, progetto italiano di soccorso in mare promosso da una rete di associazioni, Ong e realtà politiche e sociali. Che poi Stefano sia figlio del ministro del Tesoro Giovanni Tria, secondo voi cosa c’entra? Ciascuno di noi non ha forse il diritto di scegliere la strada che crede, di impegnarsi per la difesa dei suoi valori, a partire da quello della solidarietà nei confronti di chi fugge dalle guerre e dalla fame? «Stefano Tria è uno di noi e fa quello per cui Mediterranea è nata: salvare e salvarci da questo orrore» scrive su twitter Mediterranea Saving Humans. «Non ci siamo mai posti il problema di chi ognuno di noi sia figlio o parente, ma di cosa possiamo fare per salvare quante più vite umane possibile». La Mare Jonio è la nave umanitaria che lo scorso 19 marzo è approdata a Lampedusa con 48 migranti soccorsi. Era stata posta sotto sequestro dalla procura di Agrigento ma il 27 marzo è stata dissequestrata. Il comandante Pietro Marrone e il capo missione Luca Casarini sono stati indagati con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Che, indipendentemente dal padre ministro, Stefano Tria è un ragazzo in gamba. Laureato in Cinema presso la Facoltà di Roma Tre, dal 1999 e per dieci anni ha lavorato come operatore e operatore di ripresa. Ma è anche uno skipper che ha al suo attivo una traversata del Pacifico compiuta nel 2015, dalla Polinesia francese alle Fiji, e numerose regate nel Mediterraneo. E fa parte di Archeosail, che nasce dalla collaborazione tra guide autorizzate della Provincia di Roma e Latina, skipper professionisti, e l’agenzia di viaggi Sant’Ambroeus di Milano. «Unendo le competenze di archeologi, storici dell’arte ed esperti conoscitori del turismo e del settore nautico, proponiamo una crociera a vela del tutto innovativa che al piacere del mare unisce l’interesse per la scoperta del patrimonio archeologico dell’Antica Roma» si spiega nel sito.Stefano Tria è entrato in contatto con Mediterranea inviando la sua candidatura tramite il sito della Ong, nella sezione “Sali a bordo e resta in contatto con noi”. E ora è uno degli skipper che si alternano nelle varie missioni. Davvero non capisco l’imbarazzo di cui in queste ore tanto si parla. Abbiamo un governo, e soprattutto un ministro, che sulla questione dei migranti ha posizioni che nulla hanno di umano (ma molto di elettorale). Il ministro è quel Matteo Salvini che in queste ore ha imposto, come sempre fa ormai, il suo no all’approdo sulle coste italiane di una nave di una Ong che ha salvato 64 migranti. E che proprio relativamente alla Mare Jonio aveva parlato di “azione politica gestita da elementi dell’estrema sinistra”. Ecco, è su questo che il governo dovrebbe “imbarazzarsi”. Ma viste come vanno le cose, forse è davvero chiedere troppo.