LA GIUSTIZIA SI ADDICE AD ELETTRA

LA GIUSTIZIA SI ADDICE AD ELETTRA

Si tratta certamente di un gioco beffardo del caso – perché la sorte è stata determinante nel definire ilcorpusdella tragedia greca che è sopravvissuto, prima agli incendi delle antiche biblioteche e all’inevitabile consunzione dei rotoli di papiro e poi alle scelte, spesso arbitrarie e assai poco consapevoli, di qualche oscuro monaco medievale sulle opere da copiare nel proprioscriptorium– ma credo sia significativo che Elettra sia l’unico personaggio protagonista di un’opera giunta fino a noi di tutti e tre i grandi maestri di questo genere. Il personaggio più importante delle tragedie greche che noi conosciamo è una figlia che uccide sua madre.I tre autori raccontano la stessa storia, ossia la vendetta di Oreste ed Elettra ai danni della loro madre Clitennestra e di Egisto, ma ciascuno a suo modo e le differenze, anche solo per accenni, sono molto utili per capire come ciascuno di loro vedeva Elettra.Cominciamo dall’opera più antica, leCoefore, la seconda tragedia della trilogia che prende il nome da Oreste. E’ il 458 a.C.: sono gli anni in cui comincia l’età d’oro della democrazia ateniese, gli anni dei primi successi militari di Atene su Sparta. Elettra è la figlia ideale: sente il dolore per la morte del padre, soffre moltissimo del fatto che sia stata proprio sua madre a ucciderlo, ma non può fare nulla, perché è una donna. Il suo destino è quello di aspettare il ritorno di Oreste, perché solo il primogenito maschio della casa può compiere quell’atto di giustizia, per quanto terribile.