WEST SIDE STORY: LA FORZA DI MARIA
Quando comincia a scrivere le musiche di quello che diventeràWest Side StoryLeonard Bernstein è un giovane pianista e direttore d’orchestra già noto nel mondo della musica colta: nel 1943 è il direttore assistente della Filarmonica di New York, nel ’45 viene nominato direttore dell’orchestra del New York City Center, nel ’53, quando comincia a scrivere l’opera dedicata all’infelice storia d’amore tra Maria e Tony e contemporaneamente lavora all’operettaCandide, dirige alla Scala Maria Callas e Fedora Barbieri nellaMedeadi Luigi Cherubini. Ha già composto due sinfonie, alcuni balletti e due musical,On the townnel 1944 eWonderful townnei primi anni Cinquanta. Il primo è noto per la versione cinematografica intitolataUn giorno a New Yorkcon Gene Kelly – che fu anche il regista del film, insieme a Stanley Donen – e Frank Sinatra.Wonderful town– la storia di due sorelle che arrivano a New York decise a far fortuna rispettivamente come scrittrice e attrice – nonostante il successo di Broadway, non diventò mai un film: forse rappresentare la storia di due giovani donne indipendenti era troppo per i signori deglistudiosdegli anni Cinquanta. Per Tony e Maria è più complicato: sono nati in paesi diversi, la loro pelle ha un colore diverso, parlano una lingua diversa. La loro vita nell’America degli anni Sessanta sarebbe stata difficile anche se la storia avesse avuto un altro epilogo, meno tragico. Maria a New York non ha una famiglia, ha solo suo fratello Bernardo e quando Tony, accecato dalla rabbia per la morte dell’amico Riff, lo uccide durante uno scontro tra le due bande, uccide tutta la famiglia di Maria. E questo ha un peso drammaturgico che non c’è nella tragedia scespiriana. Le parole di Maria sono semplici, di una sintassi banale, ma sono perfette. E sfidano Anita, il suo amore per l’uomo che ha perso. A questo punto, siamo quasi al finale, all’epilogo della storia, Maria e Anita cantano – e piangono – insieme. Anita vede in Maria l’amore che lei ha provato per Bernardo e si arrende alla forza di questa giovane donna. E allora, grazie a questa forza, Anita decide di aiutare Maria, vuole parlare con Tony, cerca iJets, ma viene derisa, umiliata, offesa.Nel 1984, ventisette anni dopo il debutto, Leonard Bernstein ha diretto, per la prima e ultima volta, l’intera opera, per un’incisione che è entrata nella storia della musica, con Kiri Te Kanawa nel ruolo di Maria, José Carreras in quello di Tony e Tatiana Troyanos come Anita.Quipotete ascoltare il duetto che ho cercato di raccontarvi, nello spezzone di un bellissimo documentario girato durante quella intensa settimana di registrazione. Tatiana Troyanos è incredibilmente brava a rendere il passaggio dalla rabbia alla consapevolezza della forza dell’amore. E il finale è tutto di Maria: quando Tony muore tra le sue braccia, ucciso da Chino, mentre arrivano le due bande pronte a ricominciare la battaglia, lei si alza e tutto il suo dolore si trasforma in una forza sacra. Maria, che pochi momenti prima abbiamo sentito cantare, con l’entusiasmo di un’adolescenteI feel pritty, all’improvviso non è più una bambina, è più forte di tutti, delle bande, della polizia, tutti si devono piegare a lei. Maria, a differenza di Giulietta, non muore, ma diventa una sorta di testimone sacra, una Madonna dell’amore doloroso. Ma alla fine nessuno ha il coraggio di pronunciare il nome di Maria.
