STORIA DI MIO PADRE DURANTE IL FASCISMO
Mio padre non è stato un eroe della Resistenza. Crebbe sotto il fascismo e andò in guerra. Conobbe Guido Nozzoli, che sarà un giornalista dell’Unità e de Il Giorno. Nozzoli gli divenne amico e gli aprì gli occhi. Anche i genitori di mio padre rimasero sconvolti dalle leggi razziali contro gli ebrei. Erano cattolici, ma avevano molti amici ebrei. Mio nonno nella prima guerra mondiale andò volontario in guerra, pur potendo evitare di combattere perché era figlio unico di madre vedova, fu ufficiale dei granatieri. Fu ferito, si prese il colera, aveva il distintivo dei mutilati di guerra. All’epoca del biennio rosso qualche rivoluzionario del cavolo gli sputò su quel distintivo. Nonno erarisorgimentale e nazionalista, ma le leggi contro gli ebrei non le poteva accettare. Mio padre, l’8 settembre del 43 era, con la sua compagnia, a Verona. Gli capitò un ufficiale tedesco che non era delle SS. Era una persona per bene chesalvò molti militari italiani, compreso mio padre, poi morì nella campagna di Russia. Mio padre a Milano conobbe Riccardo Lombardi, figura di spicco dell’azione partigiana. Lombardi gliaffidò dei documenti importanti fidandosi di lui. Mio padre non si è occupato di politica e dal 1955 è stato soprattutto mio padre. A lui, come a mia madre devo tutto. Ricordo questi episodi perché credo sia stato molto complicato quel periodo della storia italiana. Credo che, morendo di paura, sarei salito in montagna ed essendo incapace alla battaglia sarei morto, assassinato sotto qualche papavero rosso. Ma la mia generazione è stata fortunata, abbiamo fatto, al massimo, il ’68 e il post ’68. Eravamo studenti, un po’ deficienti, nulla più. Onore a chi tra il ’43 e il ’45 ha scelto. Qualche volta…di morire. E, come canta De Gregori, senza dimenticare chi si è trovato dalla parte sbagliata.
