25 APRILE. COMMOZIONE E SPERANZA
Si dice da sempre che la commozione è un sentimento che cresce di pari passo con l’età, che siamo più inclini a commuoverci man mano che gli anni passano. Forse è vero, almeno per me, un tempo mi scioglievo un po’ meno. Alla soglia dei settant’anni, tanti quanti ne ha la Costituzione, quasi quanti ne ha la Liberazione certe sensazioni ti prendono di brutto.E stamani mi sono commosso, più volte mi sono commosso.Ero alla celebrazione del 25 aprile nel mio paese, un piccolo paese, un grande paese. Terranuova è una terra murata costruita a tavolino dalla Repubblica Fiorentina contro le scorribande dei Conti Guidi del Casentino, concepita da Arnolfo Di Cambio come un accampamento romano. Gran parte dell’accampamento però è stato distrutto dai tedeschi, minato, raso al suolo. Qui la Resistenza era forte, doveva essere rasa al suolo come le sue torri campanarie, le sue porte, i suoi palazzi.A questo pensavo stamani mentre seguivo il corteo.E mi sono commosso quando ho sentito la banda intonare Bella Ciao. Quando ho sentito le note del Silenzio suonate dalla tromba del direttoreDavid.Mi sono commosso quando ho visto il candidato a sindaco del centro destra partecipare al corteo. Lui primario e avvezzo alla veste bianca non era molto a suo agio nella giacca blu.Marioè mio amico anche se siamo su versanti opposti politicamente parlando, ma era lì anche lui, in una festa di tutti.Mi sono commosso quando ho sentito il discorso del sindaco.Sergioè un grande sindaco, e poi stava bene vestito quasi da ragazzino, ma con la fascia tricolore. Mi sono commosso quando ci ha ricordato come le Scuole, alle sue spalle, si siano salvate dalle mine naziste per un gesto eroico di un nostro concittadino. Di quelle scuole era un tempo bidello mio babbo. Quelle scuole le ho frequentate io, mio figlio, mio fratello le mie sorelle e tutti i miei numerosi nipoti. Quando ci ha ricordato il nostro arciprete, Don Amelio, oggi nel giardino dei giusti per aver salvato decine di ebrei, o Bartali, il Ginettaccio quando passava dalle nostre parti con la canna della bicicletta piena di documenti che potevano far scampare dai campi di concentramento.Ma mi sono commosso anche vedendo sfilare insieme a me giovani famiglie con i bambini per mano, mamme che spingevano le carrozzine, una bimba con il suo piccolo monopattino rosa, vecchi che strascinavano quasi i piedi, ma procedevano fieri. Mi sono commosso vedendo un anziano sul suo terrazzo che sciorinava un tricolore e ci applaudiva forte, mi sono commosso vedendo il corteo che ha risposto calorosamente all’applauso.Forse però la commozione non è l’unico difetto o dote dell’età. Forse lo è anche la speranza.E oltre la commozione, io stamani ho visto nitida la Speranza.La speranza che quella immagine del mio piccolo paese fosse anche l’immagine del mio Paese intero.
