PRIMO MAGGIO A BOLOGNA: SINDACATO, PROVE GENERALI DI UNITA’
Piazza Maggiore, Bologna. Un’attesa durata diciassette lunghi anni prima di rivedere sul palco allestito per il primo maggio, CGIL, CISL, UIL insieme nella città che fece la storia del sindacato. La festa nazionale del Lavoro torna, quindi, nella Dotta città. E dal palco Furlan, Barbagallo, Landini, infervorano i circa trentamila giunti da ogni parte d’Italia, ponendo l’accento sull’Europa e sulle politiche penalizzanti per il lavoro messe in atto negli ultimi anni. Il Segretario della CGIL, Landini, ha dichiatato:”Abbiamo pagato le delocalizzazioni, la competizione tra Paesi e l’assenza di una politica europea che rimetta al centro il lavoro, la persona. Questo ha determinato precarietà, riduzione dei diritti e riduzione dei salari”. La Triplice ha sottolineato come le politiche europee e quelle italiane non sono state in grado di affrontare i grandi temi del lavoro e le immani sfide della crisi economica. Problematiche che, fatte divenire croniche, hanno quasi ” istituzionalizzato” la sfiducia generalizzata nei confronti della politica e dei falsi rimedi adottati dalla stessa. Con un affondo nei confronti di Salvini, il segretario della CGIL, ha dichiarato dal palco:” La sicurezza di questo Paese non è fare le leggi per armare i cittadini e difenderci, ma quella di non morire sul lavoro”. Il silenzio dei tanti morti sul lavoro, per il lavoro, cala come un macigno su questo primo maggio. Per i tre segretari riuniti occorre una visione politica nazionale e transnazionale che rimetta al centro un’idea di Europa diversa, non ossequiosa agli esclusivi dicktat della finanza, ma che sappia dare valore al lavoro e alla dignità dello stesso. Diviene improcrastinabile porre al centro di ogni battaglia politica l’individuo con la difesa della sua personalità che passa, necessariamente attraverso il Lavoro, la sua ricerca, la sua difesa. Mentre Salvini da Tivoli dichiarava che la festa del primo maggio è di tutti i lavoratori, non solo di coloro che rivestono la casacca comunista, per una volta non sottraendosi al rispetto di una festa dello Stato sulla cui Costituzione ha giurato, non è mancata a Bologna una piccola polemica con alcuni rappresentanti del mondo delle imprese che avrebbero voluto condividere la festa. I sindacati non hanno impedito la partecipazione ma hanno ritenuto di accogliere sul palco a parlare solo sindacalisti e rappresentanti delle istituzioni. Il sindacato compatto ha rimarcato che dati dell’Istat sul Pil del primo trimestre 2019 , diffusi in questi giorni non sono rassicuranti. Lo 0,2 per cento non tranquillizza. Sebbene tengano le esportazioni i consumi interni languono. Stipendi e pensioni hanno perso il loro potere d’acquisto.Una inversione di tendenza la si potrebbe avere, secondo i sindacati, con la contrattazione sul pubblico impiego, e con la riduzione delle tasse. “Landini, in un’intervista a Repubblica aveva lanciato un appello per l’unità dei sindacati: “Le ragioni storiche, politiche e partitiche che portarono alla divisione tra i sindacati italiani non esistono più. Oggi possiamo avviare un nuovo processo di unità tra Cgil, Cisl e Ui. Non deve essere un’operazione degli apparati burocratici. Penso che i tempi siano adesso”. ( Rai News) I tempi erano “ieri,” quando il Sindacato ha preferito essere correo, con il suo omologarsi al potere, nell’ uccisione di diritti figli di battaglie e conquiste di lotte corali. I tempi oggi stringono e le urla dei morti nei cantieri, nei campi, nella solitudine, e il silenzio risentito di esodati, giovani precari, licenziati, impongono il superamento delle diversità. A unire deve essere il lavoro, la sua tutela, la sua strenua difesa. Che il diciassette porti fortuna allora, affinchè una unione di intenti, programmi e battaglie conduca ancora una volta alle conquiste che fecero grandi uomini e l’Italia.
