CHIUDE ANCHE LA LIBRERIA COMUNARDI A TORINO

A Torino chiuderà la libreria Comunardi, da settembre arriverà al suo posto un Pam.È una libreria in centro, via Bogino, alzi gli occhi appena esci dal Circolodei Lettori e la vedi. Dieci metri e c’è via Po.È la libreria che accolse, unica in città – se ben ricordo – il mio primo racconto pubblicato, anno 2007. La conoscevo già, non che avere il mio raccontino alla cassa avesse accresciuto in me la stima per Paolo Barsi il libraio.Un tipo taciturno, che nella sfida meglio una parola in più o una in meno scelse il silenzio. E però, quando contava, le parole le diceva eccome.Come quella sera, un sabato, in cui alle 22.40 entrò un tizio con un cappotto, era inverno, e suppongo niente sotto come un maniaco; quella era l’idea o così mi divertivo a immaginarlo. A guardarlo sembrava fosse uscito appena di casa con la prima cosa comoda addosso, coprente appena per non incorrere nelle multe dei vigilanti – un’imprescindibile voglia, alle 22.40 di un sabato, di un testo di Soren Kierkegaard. Cioè il tipo era rimasto senza, ed era sceso anzi asceso alla Comunardi di via Bogino sapendo che ci avrebbe trovato il Barsi e avrebbe discusso di questo testo che, alla fine, dopo negoziazioni su che cosa davvero avesse voluto a quell’ora il cliente, se davvero aveva voglia di riflettere su questo o su quel concetto, c’era.Fuori era un rumoreggiare del traffico delle auto che si muovo di due metri in due metri, smoggando e strombazzando.Dentro, il libraio discuteva di filosofia con il cliente quasi maniaco.È una scena che porto da anni nel cuore; per questo alla notizia di oggi, la libreria chiuderà, penso alle cose che non hanno prezzo, poiché il loro valore è infinito, e penso a quella sera quando sfogliavo le novità e scese, anzi ascese, alla Comunardi quel signore e trovò in vita, e però mi sembrava già letteratura, il libraio Barsi che dialogava, avendo trovato le parole che mai non ebbe, e mi sembrava di stare in un libro, avrei pagato per immaginare di poterla vivere, una scena così, e invece la vivevo, era vero, gratis.Grazie, Barsi.