DRACULA ED IO. INTERVISTA TRA HORROR E COMICO CON GIANLUCA MOROZZI
Furia citazionista e combinatoria, senza sforzi, per Gianluca Morozzi, di Bologna, che lavora su registri diversi e pure su tempi diversi inDracula ed io(TEA edizioni), e incastra tante storie che diventano una. Dal 1600 a oggi: non per niente il protagonista è Dracula, immortale ma non troppo. Attraverso i secoli e mille peripezie, guidato dalle mosse di una partita a scacchi con un avversario misterioso, il vampiro è arrivato a Bologna, ed è un inquilino “in sonno”, dolente e depresso, pure un po’ timoroso di usare i suoi poteri (per esempio farsi nebbia), all’ultimo piano di una casa maledetta in cui abita Lajos (sì, come Detari), scrittore in crisi. Lajos: l’io del titolo, cui Dracula chiederà inaspettatamente aiuto e con cui stipulerà un patto. Antichi vampiri, nuovi serial killer, la banda di bolognesi irresistibili già nota a chi ama Morozzi (l’Orrido per tutti) si incrociano in questo noir-horror-romanzotout courtsveglio e brillantissimo, impreziosito dalle strizzate d’occhio a musica, serial, fumetti, di cui l’autore è un autentico specialista. Insomma, Morozziat his best. Perché non farci due chiacchiere? Eccole qui. Porti il venerabile Dracula nelle fumetterie ai tempi di Iron Man: vuoi svecchiarlo? O viceversa staicercando nobili ascendenze a Rat-Man o al Doctor Who?«Dracula non va svecchiato perché non è mai invecchiato ed è sempre attuale. Gli ho solo tolto qualche ridicola debolezza, tipo l’aglio e l’acqua santa. E ho fatto notare che Bram Stoker non nomina mai Vlad di Valacchia nel suo romanzo, e anzi, fa intuire che il Conte abbia molti, molti secoli di vita. Per quanto riguarda Doctor Who, ho riutilizzato per il mio Dracula l’idea del numero finito di resurrezioni… che per il Dottore erano dodici, ma ora, dopoTime of the Doctore una certa cosa detta inHell Bent, sono un numero imprecisato. Proprio come per il mio Dracula». Perché hai scelto proprio Dracula?«Perché è un personaggio che è sopravvissuto a centinaia, migliaia di reinterpretazioni, in film, fumetti, caricature, romanzi, improbabiliteam-up, da Sherlock Holmes a Fracchia, caricature, modernizzazioni, e nonostante questo ha ancora qualcosa da dire. Sembra un miracolo, no? E poi il primo romanzo italiano di vampiri è stato scritto a Bologna da Franco Mistrali, trent’anni prima del romanzo di Stoker. Era proprio il caso di riportare qualche vampiro a Bologna, no?». Ci sono altri mostri che vedi bene ai nostri giorni?«Mi piacerebbe riportare tra noi un mostro reale, quella bella e adorabile personcina di Erzsébet Báthory, la Contessa Sanguinaria». Il tuo lavoro di scrittore ha due poli. Uncotépiù bolognese, con i Despero, Lajos, l’Orrido che mipare gravitino letterariamente attorno aL’era del porco… E un ciclo di storie più tecnicamentehorror o nere, per esempioCicatricioRadiomorte, che stanno dalle parti del tuo primo bestseller,Blackout. Ci sono dueMorozzi?«Quando inizi a fare lo scrittore devi porti degli obiettivi, dei punti di riferimento, possibilmente alti: e io mi ero posto Andrea Pazienza. Quanti Pazienza c’erano? Quello di Pertini era lo stesso di Pompeo? Quello di Pentothal era lo stesso di Zanardi? Ecco:Dracula ed ioè il primo romanzo in cui faccio convivere le varie anime, quella sanguinaria e quella comica. E stanno bene insieme, devo dire». Quali scrittori americani ti piacciono di più? Per questo Dracula mi viene alla mente l’Easton EllisdiLunar Park, come Lethem perColui che gli Dèi vogliono distruggere.«Sono due paragoni molto calzanti. Potrei dirti anche Cristopher Moore, o Douglas Adams, o potrei andare ancora più indietro a John Fante, o citare i dieci romanzi di Stephen King che mi hanno cambiato la vita. Forse perDracula ed iopotrei citare il Lansdale più folle, quello diNed la foca, quello dellaNotte del Drive-in, quello che fa combattere un anziano Elvis con una mummia egizia». Gli scrittori italiani che ti hanno insegnato qualcosa? A un certo punto, per esempio, Lajos citaLuigi Malerba, oggi abbastanza dimenticato.«A parte quel genio assoluto di Malerba, che andrebbe celebrato anche solo perIl serpente, a parte tutto il resto, Dino Buzzati, assolutamente. Scerbanenco. Berto. E la liberazione che è stata scoprire Paolo Nori e gli scrittori che venivano da quel giro intorno alla rivistaIl semplice, il gusto di uscire da certi schemi stilistici e contenutistici derivati da tante letture di scrittori americani». Cosa ne pensi dell’invasione giallo-noir di questi ultimi anni? C’è qualche nome o ciclo che ti piace?Penso ai titoli Sellerio…«Beh, Maurizio De Giovanni sta per lasciarci orfani del ciclo di Ricciardi, come posso non pensare a lui?». Hai un autore cinematografico che senti più vicino? Che cosa hai visto di recente al cinema o quale titoloaspetti?«Quello che aspetto è il nuovo di Tarantino… a parte il prossimoSpider-Man. Di recente ho visto, supereroi a parte:Rocketman,Il traditoredi Bellocchio,La favorita,Dumbodi Tim Burton,Bohemian Rapsody, l’ultimo di Almodóvar… L’autore che più amo da sempre è Nanni Moretti». X-Men o Avengers?«Se stiamo parlando di cinema, non c’è paragone: gli Avengers sono entrati nell’immaginario contemporaneo in un modo che forse noinerdche già leggevamo Thor e I Vendicatori in epoca Corno neppure possiamo capire.Infinity War / Endgamesono come la prima trilogia diStar Wars, ma molto più bella e senza l’orridoRitorno dello Jedi(infatti sono due). Li ho visti entrambi sia all’anteprima con un pubblico, come dire, selezionato, e poi li ho rivisti in una sala con tre generazioni di spettatori generici, e c’erano momenti in cui la gente, quasi letteralmente, rimbalzava per l’eccitazione sulle poltroncine (tipo il momento, diciamo “Avengers assemble”). Se parliamo di fumetti, io gli X-Men di Claremont li sognavo di notte, sul serio. Poi, dopo i cicli di Grant Morrison e di Whedon, c’è stato quasi il nulla. Gli ultimi anni di X-Men, be’, diciamo che sono esistiti per onor di firma. Ma adesso sta arrivando il grandissimo Jonathan Hickman, che proprio su Avengers e New Avengers mi ha entusiasmato come pochi, e vedremo risorgere i mutanti. Come (ehm) una Fenice dalle ceneri». Un regista per un tuo libro: Eli Roth o Jaume Balagueró? Chi fa l’horror più contemporaneo?«Jordan Peele. Eli Roth mi piace pochissimo, e detesto cordialmenteHostele i suoi seguiti». Apple Music o Spotify? Compact disc o 33 giri? Il prossimo disco che comprerai.«Tutti tranne, ahimè, i 33 giri perché al momento mi manca il supporto. Ma rimedierò. Il prossimo disco che comprerò è ovviamenteWestern Starsdel caro Springsteen! E lo ascolterò di ritorno dal concerto milanese di Little Steven». Concludiamo per rimanere in tema con la playlist con cui Morozzi ha scrittoDracula ed io. Johnny Cash – The man comes aroundNeil Young – Vampire bluesBahuaus – Bela Lugosi’s deadJoy Division – IsolationKilling Joke – Love like bloodCocteau twins – Blue belle knockSister of mercy – MariannePsyche – The influenceClan of Xymox – Medusa Depeche Mode – CelebrationThe Cure – A forestThe Chamaleons – A script of bridgeBauhaus – MaskSmashing Pumpkins – Ava adoreRem – LowEcho and the Bunnymen – Killing moonDiaframma – AltroveLitfiba – Cafè Mexcal e RositaArcade Fire – InterventionRolling Stones – Child of the moonWho – Boris the SpiderBeatles – RainVelvet Underground – Venus in fursGoblin – Profondo rossoWarren Zevon – Werewolf of LondonRamones – Pet SemataryAc/Dc – Razor’s edgeBlue Oyster Cult – Don’t fear the reaperSuicide – Dream baby dreamLou Reed – Waves of fear
