L’ULTIMA FAKE NEWS DI TRUMP SUI DAZI AL MESSICO

L’ULTIMA FAKE NEWS DI TRUMP SUI DAZI AL MESSICO

Non so se si è capito, ma al presidenteDonald Trumppiace molto intimidire il mondo abotte di dazi:contro laCina,contro l’Unione europea, contro ilCanadae, come ha annunciato la settimana scorsa salvopoi fare un passo indietro, contro ilMessico. Trump non è nuovo a questo genere di attacchi al vicino. Durante la suacampagna elettoraledefiniva i messicani ladri, violentatori e spacciatori. Non solo. Sosteneva che il problema delflusso immigratorionegli Stati Uniti fosse di totale responsabilità del Messico che quindi doveva pagare la costruzione delfamoso muro. Vale anche la pena ricordare che durante gli ultimi – lunghissimi – anni ha inventato unacrisi inesistenteproprio sull’immigrazione, hafatto separare bambini dalle proprie famiglie, ha mandato l’esercito americanoa fermare icaravanche cercavano di entrare negli States. Insomma, a lui questa storia dell’immigrazione proprio non è mai piaciuta. Ma torniamo ai dazi: Trump aveva dichiarato che avrebbe applicato una tassa del 5% su tutti iprodotti messicani– che sarebbe cresciuta fino al 25% – finché il Messico non avesse rafforzato i propriconfinie trovato il modo di ridurre drasticamente il numero di migranti provenienti dall’America Centrale. L’annuncio, dato con l’enfasi che tanto piace a Mister Trump, aveva allarmato non soltanto idemocratici, ma anche moltirepubblicani, perché anche ai politici più anti-immigrazione sembrava una proposta estrema e controproducente: i rapporti fra il Messico e gli Stati Uniti sono importanti per l’economiadi entrambi i Paesi. Ma lui insisteva: questo è il mio programma e se il governo messicano non fa quello che dico io, peggio per loro. Ogni volta che si apriva un giornale o si ascoltavano le notizie alla televisione, la minaccia di Trump veniva ripetuta a destra e a manca. Poi venerdì 7 giugno, il presidente ha annunciato ilcompromessoraggiunto con il suo omologoAndres Manuel López Obrador: la crisi era passata, il governo messicano avrebbe rafforzato la presenza dell’esercito ai confini e avrebbe accelerato le richieste di asilo politico. «Abbiamo vinto! Questa è stata una vittoria importante e ringrazio il presidente messicano per aver lavorato duramente per evitare il disastro economico!», ha esultato, felice come una Pasqua, il tycoon. Il giorno dopo però, ilNew York Timesha scritto che la «crisi con il Messico» era stata tutta unamessa in scena, unafake news.. L’accordo raggiunto con il Messico era stato negoziato a dicembre e a marzo, e da allora non era cambiato nulla. «L’accordo per evitare l’aumento dei dazi annunciato venerdì sera dal presidente Trump», ha spiegato il quotidiano, «consiste per lo più di interventi che il Messico aveva già promesso di portare avanti durante le discussioni con gli Stati Uniti degli ultimi mesi. Questo secondo alcuni funzionari dei governi americano e messicano che hanno partecipato alle trattative». L’11 giugno Trump è andato oltre svelando l’esistenza di unpiano segretoconcordato fra i due Paesi. «L’accordo è proprio qui», ha affermato Trump sventolando un foglio davanti alla stampa. L’appunto, anche se piegato, è stato fotografato ed è balzato agli occhi un punto in particolare: designare il Messico un «Paese terzo sicuro». In questo caso le domande di asilo da parte di migranti messicani non dovrebbero essere gestite dagli Usa. Sulle minacce però Trump pare essersi inventato tutto. La domanda è: perché? Non sapeva forse che il governo messicano aveva già approvato le regole che avrebbero alleggerito l’immigrazione dal Sud America? Se così fosse, sarebbe davvero gravissimo. Come fa il presidente degli Stati Uniti a non sapere certi “dettagli”? O forse voleva sembrare uneroeagli occhi di chi lo potrebberi-votare, per poter dire che se non ci fosse stato lui ad alzare i toni con il Messico chissà dove saremmo arrivati? O forse la risposta è ancora più semplice: ènarcisista,incompetentee anche molto immaturo. Gli Stati Uniti stanno piano piano diventando una Repubblica delle banane, e ci sarà molto da ricostruire quando finalmente questo presidente verrà messo da parte. Possiamo solo sperare che succeda presto.