ADDIO MAESTRO. FRANCO ZEFFIRELLI, A 96 ANNI, ESCE DI SCENA CON UN’ULTIMA TRAVIATA
Se ne è andato l’incantatore Franco Zeffirelli, che del cinema, avendo frequentato l’opera lirica, seppe mostrare soprattutto l’artefatta, decadente bellezza, e ne fece il sontuoso specchio per contemplare la vita degli uomini illustri e (molto) se stesso. Cattolico, omosessuale, conservatore e polemista, figlio artistico di Visconti, il regista di Firenze lascia una Fondazione, un progetto sull’Infernodi Dante, unaTraviata, il suo ultimo lavoro, che verrà messa in scena a Verona il 21 giugno, e sessant’anni vissuti alla ribalta. Si è guadagnato luci forti e ombre scure, che ne hanno accompagnato l’intera carriera. Più amato all’estero che in patria, fu nominato Sir dalla regina Elisabetta per il suo lavoro su Shakespeare, e venne candidato agli Oscar perRomeo e Giulietta; ma gli rimase sempre appiccicato il nomignolo Scespirelli appioppatogli da Ennio Flaiano e venne guardato costantemente con sospetto per il suo spiccato estetismo dalla critica intellettuale, di quella sinistra a cui lui non apparteneva, tutt’altro – fu eletto senatore di Forza Italia nel 1994. Non sarà la sua morte a 96 anni a ribaltarne la reputazione. Troveremo forse migliore di quanto ci era parso negli anni Settanta il suo Gesù televisivo, oppure il suo San Francesco (Fratello sole, sorella luna), mentre guarderemo come preziosi cristalli kitschIl campioneo la sua Callas. Non potendo rivedere gli 800 spettacoli teatrali allestiti per il Met, troveremo una chiave per capirlo meglio e ricordarlo nella sua autobiografia,Un tè con Mussolini(1999): protagonista la sua città negli anni Trenta vista dagli occhi di un ragazzino, figlio illegittimo (come lui), e circondato dall’amore di amatissime zie. Riposerà nel cimitero delle Porte Sante di Firenze, dove era nato il 12 febbraio 1923.
