TORNA A CUNEO TOTÒ, BRIATORE ASPETTA A TE

TORNA A CUNEO TOTÒ, BRIATORE ASPETTA A TE

E sì, lui, il Principe della risata, ci faceva ridere come nessuno mai per ironica arguzia napoletana, destrutturava parole e discorsi rimontandoli in senso assurdo. Partendo dal Rione Sanità, aveva fatto il soldato a Cuneo ed era diventato uomo di mondo. Invece Briatore a Cuneo vi è nato, nacque dunque mondano, e facendo la parte di ciò che non è, ci fa ridere come è più di Totò. Se Checco Zalone, colto avvocato pugliese, autodiminuendosi si rappresenta nella parte di un tipico buzzurro, Briatore al contrario, ingigantendosi si presenta nel ruolo di gran pensatore leghista, propalando all’universo mondo le sue qualità popolane da oste parlante: “Il reddito di cittadinanza una follia, al Sud la gente non ha voglia di lavorare”. E’ l’ultima battuta diffusa via etere e presto ripresa dalla stampa amica, quella di Feltri, che di Libero ha solo l’insulto: “i nostri soldi ai lazzaroni, un peccato mortale” titola a caratteri cubitali con sicumera il gastritico giornalista bergamasco, seguito dall’esangue comasco Sallusti, ex della Santanché, su il Giornale del Berlusca: “Pensioni gratis ai furbetti del Sud”. Tutti concordi, leghisti, fascioleghisti e berluscotti nel denigrare il solo provvedimento sensato della manovra che dà soldi ai poveri, concentrati al Sud, laddove la leghista flat tax, da lorsignori apprezzata, dà soldi ai ricchi, concentrati al Nord. E sia, è l’eterno dualismo italiano, un Nord predatore delle risorse di un Sud impoverito e discriminato da denigrare per giustificare le proprie nefandezze, nulla di nuovo sotto il sole. I terroni, lasciati poveri e disoccupati, devono continuare ad emigrare per far girare il motore del Nord a mille euro al mese, pagandone 700 di fitto ai loro padroni di casa, un affare che se interrotto dal reddito di cittadinanza, metterebbe in crisi l’economia padana. Per non dire delle tangenti comprese sugli innumeri miliardi negati al ricco Sud e concessi dallo Stato al povero Nord. Suvvia, non possiamo infierire sul povero Briatore che si lamenta perché quegli sporcaccioni di terroni a Otranto non gli hanno concesso il permesso di rovinare un pezzo di costa con il suo locale per milionari, “è perché non vogliono crescere” dice l’esperto di formula uno, a che serve ricordargli le sue disavventure giudiziarie e le sue figuracce da “grand gaffeur” in giro per il pianeta, tanto quel circolo di cafoni arricchiti che frequenta non se ne accorge. E poi che volete, a Cuneo è nato l’illustre giornalista Giorgio Bocca il quale, da gran progressista che si professava, si vantava di essere antitaliano per non dire antimeridionale, se l’ha detto lui lo può di certo dire uno che fa fatica a pensare. Ah, dimenticavo, di Cuneo è anche la gran signora Santanchè, altrettanto famosa per involontaria comicità. Perdonali Totò, non sanno quello che dicono, torna a Cuneo almeno per sei mesi, il tempo minimo per tenere un corso di ironia connessa al pensiero.