DIVERSO PARERE. A PROPOSITO DI SPREAD
Ve la ricordate la poesia “Marzo 1821” di Manzoni? No, mica più la fanno leggere a scuola, troppo sovversiva, troppo patriottica e dunque politicamente scorretta, con quell’esortazione finale alla lotta armata contro gli oppressori stranieri e la straordinaria immagine, mazziniana, del “convito de’ popoli”, cosa ben diversa dall’imperialismo globalista: “Per l’Italia si pugna, vincete!, / il suo fato sui brandi vi sta. / O risorta per voi la vedremo / al convito de’ popoli assisa, / o più serva, più vil, più derisa / sotto l’orrida verga starà”. Bennato ne fece una ballata per prendere in giro Guccini: ma quali che fossero le sue intenzioni sono versi che lo stesso agiscono su chi li legga o ascolti, invitano alla solidarietà, ricordano che senza impegno, senza ideali, senza determinazione si può solo restare o diventare servi. Quello che insegnavano le canzoni della Resistenza, quello che insegnava “La locomotiva”.Infatti l’ode manzoniana mi è tornata in mente in questi giorni, nel leggere gli appelli alla resa incondizionata, anzi preventiva, nei confronti dei diktat francesi e tedeschi (e anche lussemburghesi), da parte di “La Repubblica” e del Pd e stampelle liberal. A questo hanno portato alcuni decenni di pacifismo dogmatico e di buonismo di sinistra: al culto dell’acquiescenza, del quieto vivere, peraltro da sempre presente in una parte degli italiani, come da Manzoni stesso mostrato attraverso il personaggio di don Abbondio (quando ero ragazzo pensavo che fosse il prototipo del democristiano; mi sbagliavo, è il prototipo del piddino). E la cosa più tragica, o forse farsesca, è che a paralizzarli non sono nemmeno don Rodrigo e i suoi bravi bensì Juncker e i suoi euroburocrati.“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi” dice una battuta del Galileo di Brecht; ma molto, molto più sventurata è la terra che, avendo bisogno, se non di eroi, almeno di un po’ di coraggio e di orgoglio, si ritrova con politici e intellettuali terrorizzati dallo spread. “O risorta per voi la vedremo / al convito de’ popoli assisa, / o più serva, più vil, più derisa / sotto l’orrida verga starà”.
