RITORNO A CASA LORO

RITORNO A CASA LORO

“Hi. I’ m single”. È la frase più frequente che mi sento dire da quando ho messo piede in Gambia le rate volte che mi stacco dal gruppo e resto sola seppure per pochi minuti. E mi preoccupo… perché è la frase che aitanti ragazzi del luogo ripetono vendendosi ad attempate donne bianche occidentali per le strade della movida notturna di Banjoul. Ci sono anche anziani signori con giovani donne locali ma la prevalenza qui è all’ inverso.Non è tutt’ oro ciò che luccica sotto il sole abbagliante dell’Africa. La corruzione conseguente alla povertà è la prima cosa che si tocca in diversi paesi dell’Africa centrale, di cui il Gambia è uno dei più disastrati. Tra lassismo, immobilismo, regole ancestrali dettate dalle famiglie.La povertà, l’isolamento dal resto del mondo, l’impossibilità di relazionarsi con chi ha avuto la fortuna di nascere altrove rendono alcuni popoli “diversi” da altri.Banjoul di notte mi spiega tutto …. Tutto quello che in questi giorni ho visto prima in Senegal ma soprattutto in Gambia. Dove i bambini camminano scalzi nelle acque reflue, dove molte donne 20 anni hanno già 3/4 figli. Dove gli uomini che non lavorano aspettano una manna dal cielo che non arriva mai.A Banjul, come più o meno tutte le grandi città africane, il divario tra ricchi e totalmente poveri è grande quanto l’abisso.La città di per sé non conterebbe più di 35 mila persone. Con i quartieri delle periferie arriva a 500mila. In un minuscolo stato di un milione e mezzo di vite circondato totalmente dal Senegal.Le meravigliose distese di spiagge sono inquinate. E per effetto dell’erosione la città sta lentamente sparendo tanto che in alcune vie si può camminare su un tappeto di bianche conchiglie. Dai villaggi fuori dal centro città, la sera partono centinaia di giovani che hanno preso appuntamento con le attempate signore in cerca di quel calore negato altrove.La notte nei quartieri della movida la gente si scatena in balli e musiche assordanti. I tavoli sono pieni di donne over 50/60 con improbabili abiti aderenti e corti fin sopra il ginocchio: danzano freneticamente con il loro trofeo nero. Il turismo sessuale femminile ha avuto un boom negli ultimi anni in Africa.“Siamo poveri – mi dice H. – per questo andiamo con donne di 20/30 anni più grandi di noi . A volte le sposiamo così possiamo andare via con loro in Europa. Io no, non voglio questo. Non vendo la mia dignità: capisco chi lo fa ma io ho preferito rischiare di perdere la mia vita e andare in Libia piuttosto che vendere la mia dignità. “.Isolamento, povertà, mancanza di conoscenza del mondo che ti circonda sono le barriere più alte costruite da chi non permette a questa gente di crescere., di utilizzare le proprie risorse come si dovrebbe, di vivere in situazioni igienico sanitarie sicure. Di non perdere mai la dignità dovendo vendere il proprio corpo. Chi come H. preferisce mantenere la propria, se ne va. Con tutte le forze e con tutti i mezzi.Sul battello che attraversa la foce del fiume Gambia e ci porta da Banjoul verso la sponda est del Senegal , vediamo tanti minorenni, alcuni ancora bambini: soli con lo zaino in spalla. Quello è uno dei punti di incontro dei trafficanti che raccolgono la loro merce umana nel centro Africa.“I minorenni che arrivano nei nostri centri sono così . – mi dice Cinzia dell’associazione Don Bosco2000 – Ma quando sbarcano in Italia lo zaino non lo hanno più “.Perché in Libia gli tolgono tutto … tranne la dignità.