LE DONNE DELL’IRAN, RITORNO ALLO STADIO MA SOLO PER 300
DI CLAUDIA SABAÈ l’anno 1979 quando l’Iran viene sconvolto da tutta una serie di avvenimenti che cambieranno radicalmente il paese. La caduta della monarchia, l’esilio dell’allora scià di Persia Mohamed Reza Pahlavi e l’instaurazione della Repubblica islamica guidata dall’ayatollah Ruhollah Khomeini cambieranno per sempre il volto del Medio Oriente e la crescita dell’islamismo segnerà un profondo mutamento nella vita dei singoli cittadini ma soprattutto delle donne. Tutto ebbe inizio in Persia nel 1962 con Reza Pahlavi che, dopo aver avviato un processo di modernizzazione delPaese consenti’ al ribelle Ruhollah Khomeini di rientrare in patria.Sarà lui più tardi, a promuovere la Rivoluzione islamica.Nonostante la forte partecipazione delle donne alla Rivoluzione, con il ritorno della sharia saranno proprio loro le prime a subire la più grande perdita di diritti in ambiti diversi.Khomeini abolirà infatti la legge di protezione della famiglia abbasserà l’età legale per il matrimonio a 9 anni e vieterà alle donne di seguire una regolare istruzione.Le spiagge e le attività sportive diventeranno tabù mentre l’hijab verrà imposto loro, per legge, sul posto di lavoro.L’adulterio tornerà ad essere di nuovo crimine e punito con la lapidazione.È per questo che assistere al rientro delle donne negli stadi è un’emozione indescrivibile cheassume un grande valore simbolico. Rappresenta un primo passo verso la riconquista dei diritti delle donne persi dopo quel lontano 1979.È la prima partita da allora, questo, almeno secondo la legge.Era già accaduto in un derby nel 1981 ma da sovversive.Le donne selezionate sono circa 300, per lo più parenti della squadra maschile, la squadra femminile e dipendenti della federazione iraniana. Lo Stadio è quello di Azadi a Teheran in cui l’Iran vince, battendo per 2-1 la Bolivia. La notizia è stata accolta molto positivamente dai media iraniani anche se l’ingresso, non ha riguardato tutte le donne. A molte tifose, è stato infatti impedito di entrare.Non è la fine delle restrizioni che continua a vietare comunque, il loro ingresso negli impianti dedicati al calcio.Ma è un piccolo segno, qualcosa che si muove e va, verso un cambiamento.È uno spiraglio flebile che si apre a una probabile abolizione di uno status insopportabile, lesivo per la donna ma, soprattutto, per la dignità di ogni essere umano.
