QUANDO LA FRANCIA ERA UN PAESE GUIDA DELL’EUROPA
Ci furono tempi, anche piuttosto recenti, in cui la Francia era un Paese forte e orgoglioso, con tratti di vera grandeur, e non il Paese da ladri di polli di Macron, che si sbarazza di qualche dozzina di migranti trasportandoli alla spicciolata, in furgone, oltre il confine italiano. Per spiegarlo, la prenderò un po’ alla larga, cominciando col dire che uno dei maggiori problemi dell’Europa di oggi è l’aver permesso di entrare nell’Unione a un gran numero di Paesi dell’Est europeo, che erano e sono ancora distanti e difformi dai Paesi occidentali, per cultura, per esperienza civica, per livelli di democrazia e per parametri economici. L’Ue acconsentì al suo allargamento ‘extra-large’ sotto la pressione ’extra-large’ degli Stati Uniti e della NATO, che volevano legare quei Paesi dell’ex blocco sovietico all’Europa e quindi all’Occidente al fine di perseguire uno scopo geopolitico, ossia il contenimento della Russia. Infatti l’America, per un riflesso condizionato dovuto a 45 anni di guerra fredda, non è mai riuscita ad avere rapporti equilibrati e razionali con la Russia del dopo muro di Berlino. Per motivi molto simili, l’America per anni ha insistito affinché l’Ue facesse salire a bordo anche la Turchia. In questo caso quasi tutti i Paesi europei si opposero, pur se con vari gradi di ipocrisia diplomatica, con la vistosa eccezione dell’Italia che per bocca del presidente del consiglio Silvio Berlusconi si espresse più volte con toni enfatici a favore dell’ingresso di Ankara nell’Unione europea. L’opposizione più decisa allo sciagurato progetto turco-americano fu quella che venne dalla Francia di Jacques Chirac (in carica all’Eliseo dal 1995 al 2007). Nel 2003 partecipai, come inviato del mio telegiornale, al G-8 che si tenne in Francia, a Évian-les-Bains, nell’Alta Savoia, nella zona del Rodano-Alpi, a due passi dal lago Lemano, detto anche lago di Ginevra. In quell’occasione, durante una conferenza stampa congiunta, il presidente americano George W. Bush in presenza di Chirac toccò il tema dell’allargamento dell’Europa alla Turchia. Chirac per tutta risposta gli disse sorridendo: “Mais oui, Monsieur le President. Sicuramente faremo entrare la Turchia nell’Unione europea, non appena voi farete entrare il Messico negli Stati Uniti d’America”. Cioè mai. Fantastico Chirac! Questa era la Francia al suo meglio: forte e ironica. In quel 2003 il governo Chirac fu anche l’unico tra i maggiori Paesi europei che rifiutò di partecipare all’invasione dell’Iraq di Saddam Hussein, accusato dall’America, con prove risibili e false, di possedere armi di distruzione di massa. Chirac sottrasse così la Francia al ruolo di complice di quello che possiamo ben definire un crimine contro l’umanità, firmato da George W. Bush e dalla sua amministrazione. Ecco, a quel tempo la Francia era meritoriamente un Paese guida dell’Europa. Oggi purtroppo non più, dopo Sarkozy, Hollande e adesso Macron.
