IL FASCINO INDISCRETO DEL POPOLO. RIFLESSIONE CLASSISTA DI FASHION POLITIC

IL FASCINO INDISCRETO DEL POPOLO. RIFLESSIONE CLASSISTA DI FASHION POLITIC

Questo è un post classista. Non so se capita anche a voi di assistere a talk show o programmi giornalistici in cui conduttori molto chic e secchioni (Gruber), anziani marpioni con uso di mondo (Severgnini), eleganti rappresentanti di lobby (Mieli), storici laureati con Renzo De Felice (Mieli2), salottieri giornalisti economici (quelli del Sole), politici da best seller (Calenda) e filosofi di rango alto (Cacciari) si misurano, abbastanza d’accordo tra di loro, con un unico tipo di interlocutore, che sembra appena uscito dal bancone di un concessionario d’auto di periferia. Questi è in genere un individuo maschio sui quaranta, sciattamente vestito – spesso con cravattone e giacca troppo larga di tessuto infiammabile -, a volte spelacchiato con tentativo di riporto, a volte con i denti storti o brutti, questo individuo, dicevamo, che ha spilloni al bavero, che spesso è della lega ma sovente anche dei 5s, ed è comunque sconosciuto ai più anche se risulta viceministro di qualche cosa, a domande precisissime e colte risponde con frasi fatte, slogan para fascisti, balbetta motti anti Europa e poi, invece di arrendersi di fronte a ragionamenti impeccabili – mai ho visto Vespa così autorevole, e sicuro di sé fino a essere sprezzante -, guarda in alto come i vecchi personaggi di Verdone. Bene questo individuo tipo – non so chi sia, mi sembra che ce ne siano tantissimi come lui, comincerò a segnarmi i nomi – a un certo punto dice che ha dietro il popolo e tu ti accorgi che probabilmente è vero, che il popolo vale molto di più del 17 per cento, che assomiglia al popolo nei film di Vanzina e ci ricorda intanto che Marx aveva sbagliato con la storia della polarizzazione delle classi, e che sicuramente l’Italia andrà a sbattere alla faccia di tutti i radical chic e di tutti i ricchi giornalisti ed esperti che hanno studiato (anche se fosse solo per soddisfare la loro vanità, però hanno studiato). Continuo il post classista. È come se improvvisamente mi fossi reso conto di un cambiamento antropologico sui banconi del potere – dato probabilmente dal fatto che sono state inquadrati in TV potenti assai diversi dal consueto. Come se si fosse verificato un deciso turn over, tipo quando le ministre fiche e rifatte di Canale 5 vennero sostituite dalle signore del bridge di Mario Monti e poi dalle belle e (quasi) possibili casalinghe in carriera del governo Renzi. Mettete poi i Grandi Vecchi, che ci sono, ci devono essere per forza anche nella Coalizione Giallo Verde. Ti dici, be’ ecco questi saranno, invece, rispetto ai loro galoppini, dei guru coi contro cazzi. Ti immagini già anziani e arcigni studiosi dalla logica sulfurea come l’indimenticabile professor Miglio, che vestiva come se andasse tutti i giorni all’Oktober Fest, e ti trovi davanti vecchi scalcinati con il carisma di una lapide mortuaria in un cimitero di provincia – mi sembra che alcuni abbiano persino la dentiera che fischia un po’. Ecco, ho scherzato e in modo pesante. Ma forse è semplicemente successo questo: è arrivato al potere un popolo (o una piccola borghesia?) rovinato e aggressivo, di mini professionisti e ignoranti doc, di sradicati e analfabeti lasciati per decenni spiaggiati nel gran circo della frustrazione e della disoccupazione, a nord e a sud; un popolo (o una piccola borghesia?) che in questi anni zero/dieci si è bevuta tutto l’enorme serbatoio di rancore regalatole dall’alternanza centro-sinistra/Berlusconi per il cui parterre politico e umano contava l’etica-estetica luccicosa e vincente, e quindi molto escludente, da prima serata TV. Un popolo (o una piccola borghesia?) che abbiamo tutti nel cuore e dentro di noi, e che è la parte peggiore e più antisociale del nostro animo, che odia il diverso, avvelena il gatto in calore del vicino, sputa sul calciatore che vince, conta male gli scudetti, toglie la scorta ai bersagli della mafia, vede in ogni accadimento – fosse pure naturale come un terremoto – una truffa uno sgambetto una camarilla un complotto, ed è sempre pronto ad andar di ruspa contro il resto del mondo dominato dal blocco finanziario dei poteri forti e dall’alleanza mondiale zingaro-ebraico-musulmana. Ma quanto cazzo di rancore e di impotenza hanno fatto immagazzinare all’omuncolo piccolo borghese che dimora in noi il centro-sinistra, il Berlusca, l’Ue, S&P, la Figc, il Coni, la Lipu, la Bce, la Tap, i Ris, gli Who, CSI e Cip e Ciop? PS: penso questo e mi consolo pensando a quanto deve essere morbida la cravatta di Calenda, il quale ora in TV mi rende noto che in tre mesi le azioni bancarie che avevo acquistato in un misero tentativo di risparmio speculativo hanno perso il 30 per cento. E mi sento per la prima volta come un capitalista impaurito dalle masse.