IL SINODO FA IL PUNTO SU ABUSI, OMOSESSUALITA’ E QUESTIONE FEMMINILE
 
        Il Sinodo ha compreso l’importanza di affrontare il problema sociale degli abusi in tutte le sue forme. Nel paragrafo 31 del documento finale del Sinodo dal titolo “Gratitudine e incoraggiamento” si punta all’unico e insostituibile aiuto dei giovani e di quanto questo aiuto sia importante per una riforma epocale.La chiesa in questi ultimi anni ha dovuto contrastare le forti critiche provenienti da più parti a causa degli abusi che alcuni appartenenti al Clero hanno commesso. Nel Sinodo viene valorizzata la scelta che la Chiesa deve attuare proponendo un comportamento autentico, gioioso, luminoso, trasparente, sintomo solo di una Chiesa che propone al suo interno, dei santi.“Noi dobbiamo essere santi per poter invitare i giovani a diventarlo – si legge al paragrafo 166 ‘Risvegliare il mondo con la santità’.Sono i giovani a chiederlo a gran voce, una Chiesa impeccabile nella condotta e in questo, solo una Chiesa dei santi può essere all’altezza di tali richieste! Molti giovani hanno preferito accantonare il percorso luminoso e religioso proprio perché all’interno della Chiesa non hanno trovato santità, ma mediocrità, presunzione, divisione e corruzione.L’indignazione mondiale suscitata degli abusi di alcune persone della Chiesa evidenzia che alcuni membri hanno perso il valore del loro mandato e il loro comportamento ha profanato la santità. Quindi, diventa urgente il radicale cambio di prospettiva che la Chiesa nel suo insieme deve compiere.“I giovani hanno bisogno di santi che formino altri santi, mostrando così che la santità è il volto più bello della Chiesa”. Il Papa ha chiesto espressamente ai vescovi di difendere la Chiesa e riferendosi al demonio, ha detto: “È un momento difficile perché l’accusatore tramite noi attacca la madre e la madre non la si tocca”, ha inoltre stigmatizzato riferendosi alla Chiesa: “Noi tutti dobbiamo difenderla”. Il Sinodo a maggioranza ha approvato la raccomandazione all’accoglienza dei gay e sostiene i percorsi che già in molte comunità cristiane esistono, che favoriscono i cammini di accompagnamento nella fede di persone omosessuali.Un punto che ha trovato non poche perplessità da parte di alcuni padri sinodali, registrando 65 voti contrari su 248 presenti. Nel documento si legge: “In questi cammini, le persone sono aiutate a leggere la propria storia e ad aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale, a riconoscere il desiderio di appartenere e contribuire alla vita della comunità e a discernere le migliori forme per realizzarlo”. Il documento sinodale evidenzia: “In questo modo si aiuta ogni giovane, nessuno escluso, a integrare sempre più la dimensione sessuale nella propria personalità, crescendo nella qualità delle relazioni e camminando verso il dono di sé”. L’omosessualità è un argomento molto delicato e 43 padri sinodali hanno votato contro i vari punti collegati alla questione omosessualità; parere contrario anche dove nel documento c’è scritto: “frequentemente la morale sessuale è causa di incomprensione e di allontanamento dalla Chiesa, in quanto è percepita come uno spazio di giudizio e di condanna”. Il Sinodo nel capoverso che precede queste affermazioni, spiega che ha preso atto dell’esistenza di questioni relative al corpo, all’affettività e alla sessualità e che: “c’è il bisogno di una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale, da realizzare nelle modalità e ai livelli più convenienti, da quelli locali a quello universale”. Un punto focale del documento:”…tra queste emergono in particolare quelle relative alla differenza e armonia tra identità maschile e femminile e alle inclinazioni sessuali”.Citando un documento della Congregazione della Fede, datato 1986, il Sinodo elabora che: “A questo riguardo il Sinodo ribadisce che Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa, rinnovando il suo impegno contro ogni discriminazione e violenza su base sessuale. Ugualmente riafferma la determinante rilevanza antropologica della differenza e reciprocità tra l’uomo e la donna e ritiene riduttivo definire l’identità delle persone a partire unicamente dal loro orientamento sessuale”. Il documento non tralascia la questione migranti e le paure xenofobe e accusa: “In alcuni Paesi di arrivo, i fenomeni migratori suscitano allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici e prosegue: “Si diffonde così una mentalità xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su se stessi, a cui occorre reagire con decisione”. Nel documento vengono citate le donne, quanto in questa società c’è il bisogno del riconoscimento e la valorizzazione della donna, è una richiesta espressa dai giovani.Nel paragrafo 55 del documento finale del Sinodo dal titolo “Le donne nella Chiesa” è scritto: Molte donne svolgono un ruolo insostituibile nelle comunità cristiane, ma in molti luoghi si fatica a dare loro spazio nei processi decisionali, anche quando essi non richiedono specifiche responsabilità ministeriali. L’assenza della voce e dello sguardo femminile impoverisce il dibattito e il cammino della Chiesa, sottraendo al discernimento un contributo prezioso. Il Sinodo raccomanda di rendere tutti più consapevoli dell’urgenza di un ineludibile cambiamento, anche a partire da una riflessione antropologica e teologica sulla reciprocità tra uomini e donne”. Questo paragrafo non è stato votato da 30 padri sinodali.
