L’ACCADEMIA DELLE DISCRIMINAZIONI

L’ACCADEMIA DELLE DISCRIMINAZIONI

DI SILVIA GARAMBOISLa selezione di genere non risparmia l’Università: più si sale, meno sono le docenti in cattedra. Mosche bianche tra veleni e ostacoli alla carriera. Perché allora, a parità di merito, non scegliere una donna? Il contrario di quel che si è fatto finora…Lasciatelo dire da un uomo: quando una donna sta per fare carriera si scatena una guerra di veleni per impedirle di avere i dovuti riconoscimenti. A sostenerlo è stato, lo ricordiamo, niente po’ po’ di meno che il rettore della super-università italiana, la paludatissima “Scuola Normale Superiore” di Pisa, fondata nel 1810, 208 anni fa. E dove le donne che insegnano sono mosche bianche.Già due anni fa il professor Vincenzo Barone, da poco insediato a capo dell’ateneo, aveva fatto due conti e denunciato l’anomalia: “Tra gli studenti abbiamo più donne che uomini. Poi, tra assegnisti e ricercatori, la percentuale diventa più o meno 50% e 50%, mentre arrivando ai professori la disparità è totale. E questo a mio parere non è più accettabile”.Che succede, le donne – come ha sostenuto il ricercatore del Cern Alessandro Strumia in un recente convegno sulle pari opportunità – non sono all’altezza degli uomini quando si tratta di materie scientifiche (nel caso si parlava di fisica)?Fa venire in mente Benigni in “Berlinguer ti voglio bene”: “La donna la donna la donna… o l’omo?”.Viene da scherzarci, ma in realtà la cosa è seria: Strumia – avvelenato, come lui stesso ha ammesso, perché gli era stata preferita una collega all’Istituto nazionale di Fisica nucleare – non solo ha scatenato la reazione del Cern che si è immediatamente dissociato dalla relazione sessista, ma ha anche ricevuto le accuse di aver esposto le sue teorie senza alcuna base scientifica.Prima di lui c’era già stato il caso di James Damore, l’ex ingegnere di Google licenziato dopo aver diffuso un documento in cui sosteneva che le donne siano biologicamente meno portate degli uomini ai lavori di tecnologia. E pure in questo caso, a vanvera. Anche nei templi del sapere l’attacco alle donne che fanno carriera non conosce freni e pudore.E a sentire il rettore della Normale, succede anche di peggio: “Preparazione, merito e competenze – ha detto Barone in un’intervista a Qn – dovrebbero essere i soli criteri per valutare un accademico” e invece arrivano “calunnie belle e buone, con l’aggiunta, come accaduto in anni recenti, di lettere anonime e notizie false diffuse ad arte”. Di più: lettere dai contenuti “offensivi, con espliciti riferimenti sessuali, volgari e diffamatori”. Insomma, il professor Barone non c’è andato giù leggero a raccontare cosa succede nelle austere stanze.La soluzione (proposta dal rettore): a parità di merito scegliere le donne, perché “non è possibile che non ci sia nessuna docente donna brava, preparata e meritevole di un posto alla Normale”. Il contrario di quel che si è fatto finora.