NESSUNA CURA PUO’ GUARIRE UNO STUPIDO

NESSUNA CURA PUO’ GUARIRE UNO STUPIDO

Il cattivo medico cura i sintomi del male. Così facendo non guarisce la malattia che diventa più profonda e dopo poco tempo spunta di nuovo in un altro punto del corpo, aggravata. Il bravo medico scopre quali sono lecause del malee le rimuove. Solo così il paziente guarisce veramente. Questa è l’idea della medicina che avevano i medici cinesi già2500 anni fa. E ormai il dibattito su questa questione ha investito tutto l’ambiente. Inizia a vacillare la convinzione che guarire il malato equivalga a liberarlo dal malessere il più velocemente possibile, attaccando i sintomi della malattia con ogni mezzo efficace. Questo modo di procedere è valido nellamedicina d’urgenza, quando vi è un imminente pericolo di morte. Quando i sintomi stanno per uccidere il malato vanno combattuti senza esclusione di colpi ma è stupido accanirsi contro i sintomi quando la malattia non minaccia immediatamente la sopravvivenza. In questo caso bisogna andare a cercare le ragioni del male. Vi sto raccontando questemie esperienze(vedi ancheEmorroidi solidali: se ti fa male il sedere rilassa le labbraeCistite solidale) perché chiarisce, più di tanti discorsi, la necessità di affrontare globalmente certi disturbi, collegati al modo di vivere e di pensare di una persona. Attaccare i solisintominon serve. Lo testimoniano milioni di persone che passano la vita a curare malattie croniche che non guariscono mai e che li costringono a convivere col dolore e il disagio. Debellare una malattia cronica significa vincere una grande sfida, stabilire unapremessaformidabile per evolversi psicologicamente. Quasi tutti i dottori si ostinano a curare la parte più superficiale della malattia (nel mio caso l’infezione), per niente scoraggiati dall’inutilità delle cure. E lo stesso atteggiamento è seguito da moltiterapeuti alternativi. Sono settoriali, non vedono ilmalato come un insiemee non vanno a cercare le cause profonde dello squilibrio che, nel caso delle malattie croniche, sono sempre errori di atteggiamento emotivo e di abitudini di vita. È da notare però che questa prassi medica ha in realtà una causa diversa dalla semplice pigrizia o incompetenza.Il problema sono i pazienti e la loropassività verso il male. Spesso il terapeuta è visto come un guaritore miracoloso e ci si abbandona passivamente nelle sue mani. Non è possibile curare un malato che non diventisoggetto della cura, che non si incarichi di capire egli stesso la natura del proprio male e gli errori di atteggiamento e comportamento che lo fanno ammalare. La guarigione prevede uncambiamentonel modo di pensare. Bisogna chiedere al medico non di guarire il malato, ma di dargli glistrumenti per guarire da solo. Se quando avevo 19 anni mi avessero insegnato l’amore morbido, senza erezione, e il rilassamento, avrei probabilmente risolto i miei malanni molto rapidamente. Ma solo a patto di diventare da subito ilprotagonistadella cura.Guarire dalle mie cistiti in un mese sarebbe stato comunque impossibile, perché erano il segnale di uno squilibrio non superficiale, accumulato nel tempo e causato da un modo di essere radicato nella mia personalità. Superare queste malattie croniche comporta perciò una rivoluzione delmodus vivendi. Ovviamente questo pone un problema pieno di implicazioni filosofiche. Non è possibile guarire un paziente che non capisce come deve collaborare con il medico o che non è in grado di cambiare se stesso.Come dicevano anticamente i cinesi: Questa realtà spiega anche perché la medicina storicamente abbia incontrato tante difficoltà ad affrontare la malattia alla radice. I medici lavoravano per vivere e perciò curavano soprattutto i ricchi e i potenti. Gente spesso arrogante e presuntuosa, che rifiuta l’idea di essere nel torto e che vuole essere servita senza fare tanta fatica. E in fondo questo è l’atteggiamento che abbiamo un po’ tutti… Perciò non possiamo limitarci a biasimare i medici se le cose sono andate così. E’ certo però che, se ti trovi ad avere una malattia cronica e vuoi veramente guarire, devi innanzi tutto guarire il tuo punto di vista sui medici. Gesù disse: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Cioè, se nonami te stessocome puoi pensare di amare qualcun altro? La malattia non è un elemento estraneo da vincere, è un fenomeno da capire, un’occasione per conoscere quali sono i comportamenti che si allontanano dalla tua natura e danneggiano il tuo essere.Curarti diventa così un’appassionante indagine alla ricerca di te stesso. Tu diventi l’oggetto della tua attenzione, il mondo da scoprire, la cosa più importante. Ci hanno insegnato a non essere egoisti né egocentrici, ma è un insegnamento che induce in errore.Se non sei curioso di conoscerti, di scoprire cosa ti fa stare meglio, come puoi avere la sensibilità percomprendere gli altri, amarli, aiutarli, ridere e giocare con loro? Sapere che io sono per me la cosa più importante del mondo e che la mia missione è vivere con gioia e allegria, è il secondo passo della guarigione. Bisogna poi imparare a distinguere le proprie esigenze essenziali primarie e difenderle con dignità. Troppe persone sono afflitte da mali incurabili solo perché non hanno la forza né la fiducia necessarie perabbandonare situazioni invivibili. Per tornare a un esempio già fatto, quante donne intelligenti stanno con uomini che le picchiano solo perché sono prigioniere di un sistema di valori morali che nega loro il diritto alla felicità in nome “dei figli”, “per evitare lo scandalo” o semplicemente perché non possono “accettare la sconfitta”? Quest’ultima motivazione è particolarmente curiosa quanto diffusa. Non ci si sacrifica per gli altri ma per se stessi, solo che l’obiettivo non è lanostrafelicitào il nostro benessere, ma il nostro onore, la nostra autostima. Si tratta di un egoismo rivolto non verso la propria persona reale, in carne e ossa, ma versoun’immagine di se stessialla quale si è affezionati. La propria identità, il personaggio, l’autostima… chiamatela come volete ma questa è la più grande cazzata megagalattica che mai sia stata inventata, e tritura più vittime lei di qualunque epidemia di virus cattivi che si divertono a farci a pezzi i linfonodi. E bada bene che tutti ce l’abbiamo dentro questo grossolano errore di pensiero, e ci vorrà tempo per eliminarlo. Trovare la tuavera naturasignifica innanzi tutto capire cosa fai per te veramente (cosa ti farideree ti dà piacere fisico, serenità e soddisfazione) e cosa invece fai per onorare il feticcio mentale della tua personalità, la soddisfazione unicamente psicologica di corrispondere alla tua immagine precostituita. La cartina di tornasole per capire se vuoi fare qualche cosa solo per un tuo feticcio sta nel fatto che i desideri veri sono indirizzati verso una soddisfazione diretta di un bisogno. Faccio questo perché mi piace e mi piacerà anche il risultato che otterrò. I piaceri mentali invece ti costringono a eseguire un compito che ti fa schifo. Insisti solo perché sei convinto che così otterrai quello che vuoi. E quando lo ottieni ti accorgi che vuoi già un’altra cosa.Non stai mai lì a goderti quel che hai e spali merda per trovare i diamanti.E poi ricordati che i finti desideri, le fisime mentali, non fanno mai ridere. I desideri autentici, in carne e ossa, invece sono buffi. Questo è l’inizio.