SVILUPPI NEL CASO DELLE DUE SORELLE SAUDITE
Rotana e Tala Farea non volevano tornare in Arabia Saudita e per questo si sono tolte la vita gettandosi il 24 ottobre nel fiume Hudson a New York. È questa la teoria prevalente – anche se non definitiva – del dramma delle due sorelle scappate dalla loro abitazione in Virginia. Rapporti difficiliLe indagini della polizia si sono concentrate sull’ultimo anno. Le giovani avevano smesso di studiare, una era anche scappata per raggiungere l’altra. E una volta rintracciate si sono rifiutate di rivedere la famiglia, in quanto avevano subito abusi fisici e psicologici. Infatti erano state trasferite in un centro protetto. Successivamente hanno chiesto anche asilo agli Stati Uniti, aspetto emerso solo dopo la loro tragica fine. Rotana, 22 anni, e Tala, 16, avevano vissuto insieme alla mamma e due fratelli più giovani a Fairfax, in Virginia, mentre il padre – commerciante – faceva la spola con Gedda, loro città d’origine da dove erano arrivati nel 2015. La più grande si era iscritta alla facoltà di ingegneria alla George Mason University, ma aveva lasciato gli studi. Tala frequentava un liceo della cittadina. Un’esistenza che dall’esterno appariva normale, ma che probabilmente nascondeva dissidi profondi. Due anni fa, poi, erano emersi dei problemi finanziari e i Farea erano stati sfrattati in quanto non pagavano l’affitto, per questo avevano dovuto trovare un nuovo tetto. Inoltre era previsto che Tala dovesse partire a breve in quanto l’avevano iscritta ad una scuola in Arabia Saudita, scelta alla quale si opponeva, così come sua sorella. Persi i contattiLa famiglia ha perso i contatti diretti con le ragazze a partire dall’inizio di dicembre e, secondo gli inquirenti, le sorelle si erano stabilite prima in un centro d’assistenza, quindi in alcuni alberghi. Poi negli ultimi tempi hanno dormito spesso in hotel di lusso a New York, ordinando quasi sempre il servizio in camera. E ben presto le loro carte di credito hanno raggiunto il limite. Senza soldi, in fuga, Rotana e Tala hanno perso ogni speranza. Un testimone ha affermato di averle viste intente a pregare ad alta voce in un giardinetto vicino alla riva dell’Hudson. Qualche ora dopo – nel pomeriggio – una telefonata ha avvisato il 911 della presenza dei cadaveri poco più a sud. Legate insiemeRotana e Talea si erano legate insieme con del nastro adesivo, ma – ha precisato una fonte della polizia – era come se avessero voluto stare unite, non si trattava di “legacci” stretti, fatti da altri. Prima di chiudere il caso e catalogarlo come suicidio, gli investigatori devono concludere degli accertamenti e scavare nel passato delle vittime, esaminando anche i difficili rapporti con i genitori. Un punto sul quale le autorità, pur senza negarli, sono rimasti sul vago. Forse sulla vicenda pesano anche considerazioni d’ordine diplomatico.Guido Olimpio
