TELENOVELE VERE: SALVATORE MANNINO. LO SMEMORATO DI LAJANO
 
        18 ottobre 2018. Sui giornali di tutta la nazione veniva riportata la notizia del ritrovamento di un imprenditore di Lajatico, in provincia di Pisa, Salvatore Mannino. L’uomo, scomparso da casa il 19 settembre in circostanze misteriose, era stato ritrovato in un ospedale di Edimburgo, in cui era ricoverato dal giorno successivo alla sua scomparsa. In casa era stato ritrovato un biglietto crittografato e decifrato in seguito da uno dei suoi 4 figli, in cui l’uomo chiedeva di essere perdonato. Inoltre nell’abitazione c’era una valigia con 10.550 euro, oltre alle carte di credito personali. Ovviamente, in seguito alla denuncia di scomparsa erano scattate le ricerche, gli interrogatori, seguendo tutte le piste possibili, dal dissesto economico a problemi con la mafia cinese. Ed erano stati anche effettuati riscontri sulle liste dei voli, non trovando nessun Mannino. Ovviamente in seguito al ritrovamento del 52enne, avvenuto grazie ai due tatuaggi, uno sul corpo ed uno sulla spalla destra, i carabinieri avevano chiesto alla polizia scozzese di provvedere ai primi accertamenti, ma l’uomo, secondo i medici, non parlava la lingua italiana e soffriva di una amnesia profonda, dovuta probabilmente ad una caduta, in quanto era stato portato in ospedale dopo essere stato trovato a terra, svenuto, all’interno della Cattedrale di Edimburgo. Dal rientro in Italia la telenovela dello Smemorato di Lajano aveva catalizzato l’attenzione di tutta la nazione, forse nostalgica di altri smemorati di tempi passati, ma il susseguirsi di informazioni faceva lentamente emergere una verità diversa da quella raccontata all’inizio della vicenda. Infatti l’uomo, che parlava solamente in inglese, cominciò a parlare in italiano, e poi a riconoscere i figli, non convincendo affatto i medici del reparto psichiatrico dell’Ospedale di Pisa, che avevano ipotizzato una finzione, specialmente in virtù delle incongruenze comportamentali. Ed infine la verità era emersa, proprio per ammissione dello stesso finto smemorato, nel frattempo denunciato per simulazione di reato dai militari dell’Arma, che sul PC dell’uomo avevano anche trovato un video tutorial in cui si spiegava come simulare la perdita di memoria per ricrearsi una identità. Ma cosa era successo? Per quale motivo quell’uomo si era spostato di nazione, simulando una perdita di memoria? Sembra, ma il condizionale in questo caso è d’obbligo perché non tutto è ancora chiarito, che tutto sia dovuto ad una frizione tra Salvatore e la suocera, trasferitasi nell’abitazione della famiglia in seguito alla nascita del quarto figlio della coppia. Nei verbali di interrogatorio compare la seguente frase “ a casa mi sentivo un marito e un padre spodestato. Comandava tutto mia suocera che dal 2010 viveva con noi e si metteva sempre in mezzo. Volevo riaffermare la mia autorità”. In pratica l’imprenditore aveva escogitato un piano alla libro Cuore, simulando la propria scomparsa, con ovvia e conseguente disperazione dei famigliari, fino al suo rientro in scena, spietatamente maschio come un novello Conte di Montecristo ed al tempo stesso necessitante dell’amore dei propri cari, versione moderna del dolce Remy. La spiegazione del suo agire quindi, così come rappresentato ai medici dell’ospedale italiano, era motivata semplicemente dal desiderio di fuggire da un confronto impari con una suocera a suo dire dispotica. La diretta interessata non solo ha smentito quanto affermato dal finto smemorato, ma, tramite le parole del suo avvocato, ha fatto sapere di attendere la decisione della figlia in merito ad un nuovo accoglimento del marito in casa, lasciando intendere che nel caso lei non rientrerebbe. Restano sul piatto circa 280.000 euro che la donna avrebbe elargito a figlia e genero per l’acquisto della casa in cui abitano e per l’avvio di una nuova attività imprenditoriale, ma sono questioni di poco conto in confronto a ciò che ora attende Salvatore Mannino a livello giudiziario. Anche perché la macchina investigativa, ormai messa in moto, cerca riscontri alla fuga, non tralasciando ipotesi relative ad un’altra persona accanto a lui durante la fuga. E poi il viaggio, compiuto in treno da Pisa alla Scozia, non convince del tutto gli inquirenti, troppo breve il lasso di tempo tra la scomparsa e lo svenimento dentro a St. Gilles, la cattedrale della capitale scozzese, e pertanto il teorema documenti falsi non è del tutto accantonato. Il caso che ha tenuto gli italiani davanti allo schermo televisivo si è comunque sgonfiato, nessun mistero, a parte forse il finale, che, comunque vada, sarà un processo.
