IN DANIMARCA DOPO LE 4 TUTTI A CASA DAL LAVORO. CI INSEGNA DI NUOVO IL PAESE PIÙ FELICE DEL MONDO
Si dice che noi romani abbiamo i tempi lunghi. Sono quelli del nord che sono soliti ironizzare sull’astratta concezione di tempo che aleggia nella capitale visto che loro vanno tutti a casa per le 7, orario apericena.Eppure dal nord ancora più a nord, arriva lo smacco e non si salvano più neanche i milanesi doc: vietato lavorare più del dovuto e alle 4 di pomeriggio tutti a casa!Solo nel 2013 il World Happiness Report registrava che la Danimarca è il luogo più felice della Terra; e ancora prima di loro nel 2006 lo aveva constatato Adrian White, psicologo dell’università di Leicester. Inutile, o forse utile, aggiungere che l’Italia in tale classifica era quarantacinquesima. Beh, almeno siamo rientrati nella top 50!Sempre secondo questo studio, uno dei fattori principali alla base di tale condizione pare ci fosse la fiducia che il popolo danese ripone nella sua società.Eh sì, ora è più comprensibile la nostra posizione in classifica.E a confermare la loro serenità d’animo è arrivata ieri la notizia che in Danimarca, rimanere a lavoro più a lungo del tempo previsto non è buon segno. Anzi, questo genera una sorta di sospetto sull’efficienza della persona nel gestire il proprio lavoro e la propria vita privata.Sì perché quel prezioso tempo dovrebbe essere dedicato alla cura del proprio sé e alla famiglia. Dalle 8 di mattina alle 4 del pomeriggio si lavora, poi però occorre alimentare il benessere psicofisico con sport, passeggiate all’aperto e condivisione affettiva. Importante sottolineare che si tratta anche di uno dei paesi più produttivi dell’UE.Come ci sembrano lontane a noi queste realtà. Soprattutto alle nuove generazioni che sono nate nell’aria e nella perenne sensazione di essere in ritardo e in “crisi”. Ma nonostante gli evidenti squilibri presenti nella nostra penisola tra politica, economia e tanto altro, saranno forse uno sbagliato esempio educativo e la differenza di priorità che proprio la nostra società ci trasmette a comandare così precariamente l’andamento delle nostre giornate.Effettivamente se il tempo libero comprendessimo di doverlo dedicare alle cose che contano per noi, riusciremmo a gestire meglio i nostri spazi e a considerarci più umani che macchine dalla dubbia funzionalità. Ma come sempre se non parte da noi per primi il cambiamento, la nostra condizione non cambierà all’improvviso. Siamo dannatamene immersi in questa dimensione del “dover produrre” all’infinito senza darci poi lo spazio di godere di quel che ne abbiamo tratto. Sarà vero che lavorare meno e alimentarsi di più incrementa la produttività del proprio paese? Lasciamo i dubbi agli scettici mentre gli studiosi scoprono e accertano che i danesi sono più efficaci del 12% rispetto alla norma.
