QUANDO “LE IENE” FANNO INTENDERE CIÒ CHE VOGLIONO

QUANDO “LE IENE” FANNO INTENDERE CIÒ CHE VOGLIONO

Un servizio realizzato da Le Iene andato in onda poco fa torna nuovamente a indagare sul presunto conflitto d’interessi di Walter Ricciardi, il presidente dell’Iss. Perché dico “torna a indagare?”. Bene, ecco, siccome la mia memoria funziona ancora abbastanza bene, non appena ho visto il servizio mi sono ricordata che io tutte quelle accuse le avevo già sentite e infatti così è: sono le stesse accuse che mosse Giulia Innocenzi in Vacci-Nazione, il libro inchiesta che voleva indagare sulle motivazioni che hanno portato lo Stato italiano a reintrodurre l’obbligo vaccinale per 10 vaccini. Ebbene, nel servizio de Le Iene di questa sera vengono trattate le stesse accuse mosse l’anno scorso e già ampiamente debunkate. Nel libro, Innocenzi indagò sul presunto conflitto di interessi di Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, sostenendo che in passato, tra le varie cose, avrebbe collaborato con una rivista di una società di lobbying e fatto da consulente per alcuni vaccini, tra cui quello contro il meningococco B. Analizzando le accuse mosse, si scoprì che Innocenzi basò la sua inchiesta sulla versione sbagliata di un documento, poi corretto – una dichiarazione di interessi – reperito online e realizzato dallo staff dello stesso Ricciardi in ottemperanza alla normativa per la trasparenza per la Commissione Europea, scambiando inoltre dei beta-bloccanti e dei farmaci per l’ovulazione per vaccini. Tornando al servizio di questa sera: le accuse sono pressoché identiche a quelle mosse un anno fa, il documento mostrato è lo stesso di un anno fa, Le Iene inoltre accusano Ricciardi di non aver scritto tutto nel suo curriculum (non oso immaginare quante collaborazioni abbia svolto nella sua carriera professionale una persona del calibro del professore, servirebbe un cv da 150 pagine probabilmente) e il servizio è basato inoltre sulle accuse mosse dal presidente Carlo Rienzi, presidente del Codacons, un’associazione dei consumatori che da tempo contesta l’obbligo vaccinale e definisce i vaccini “un business milionario”. Nel servizio, inoltre, la giornalista racconta che Ricciardi ha querelato per diffamazione Rienzi per un volantino dal titolo ‘Comitato vaccini Covasi’ e spiega che Rienzi è stato assolto dalle accuse perché il fatto non sussiste. In realtà, le cose non stanno esattamente così: Ricciardi ha querelato, ma Rienzi non è stato assolto, bensì il Gup ha dichiarato il non luogo a procedere nonostante la procura di Roma avesse chiesto il rinvio a giudizio. Tecnicamente è una cosa diversa. Insomma, guardando il servizio appare lampante come lo spettatore venga portato a credere che Ricciardi abbia sostanzialmente promosso l’obbligo vaccinale perché, avendo collaborato in passato con alcune aziende farmaceutiche, avrebbe da guadagnarci. Ovviamente l’accusa non viene mossa così spudoratamente, sarebbe folle, ci troviamo di fronte al classico servizio di giornalismo a tesi che non presuppone un’indagine a 360 gradi, ma anzi si vanno a omettere o distorcere una serie di particolari al fine di portare lo spettatore o il lettore a giungere a una pre-determinata conclusione.