CARFAGNA: “SENZA PENE CERTE NON C’E’ GIUSTIZIA PER LE DONNE CHE SUBISCONO VIOLENZA”
La notizia della prima violenza sulle donne del 2019 raggiunge la vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia Mara Carfagna mentre è in vacanza con la famiglia dopo l’approvazione in aula della legge di bilancio contestata da Fi e Pd. L’indignazione è pari alla consapevolezza di non abbassare mai la guardia. Onorevole Carfagna, l’anno è appena iniziato e il primo caso di violenza ci porta nel centro di Napoli.«Purtroppo. Nel 2018 la Campania è stata la seconda regione italiana per numero di femminicidi, ben 11. In Campania tante donne vengono brutalizzate in casa loro, ma non trovano lavoro e non possono andarsene. Eppure le coraggiose crescono: le denunce per stalking, che può essere l’anticamera del femminicidio, sono aumentate del 45%. Segno che le donne cercano di difendersi prima». Non è normale che sia normale mettere il guinzaglio alla fidanzata.«Sconvolgente. Quell’uomo ha trattato una ragazza come un animale sottomesso, di cui si ritiene proprietario, da riportare a casa per forza. Un comportamento osceno». Il galantuomo che si è prodotto nell’aggressione dell’altra notte è stato processato per direttissima: un anno e 4 mesi con l’applicazione del divieto di avvicinamento alla compagna , pena sospesa. Il che significa che è già libero. Cosa ne pensa? «È indispensabile la certezza della pena per questi gravi reati, altrimenti non c’è giustizia. Se i violenti circolano liberamente non convinceremo le donne a chiedere aiuto e a denunciare, perché avranno paura per la loro vita. Le leggi ci sono e vanno applicate. Le misure cautelari previste vanno applicate con rigore, anche la carcerazione preventiva, perché purtroppo più di una volta abbiamo visto che il divieto di avvicinamento è stato violato. E a rimetterci è sempre la donna, perfino con la vita». Lei di recente ha parlato di disparità di trattamento nei processi per violenza, maltrattamenti domestici o stalking a seconda delle aree geografiche del Paese. Può spiegarsi meglio?«Un quarto delle denunce per violenza, maltrattamenti domestici o stalking viene archiviato, di più nelle grandi città: 45% a Milano e 35% a Roma. Se si arriva al processo, sembra che esistano leggi diverse a seconda delle aree geografiche: a Caltanissetta quasi la metà degli imputati viene assolta, a Trento solo il 12,6%. Perché? Le denuncianti di alcune zone non vengono credute? Quelle Procure, quei Tribunali, indagano in modo più superficiale, sono inclini a giustificare gli imputati?» Dagli ultimi dati Istat risulta che in Campania la violenza sulle donne è in aumento. Cosa bisogna fare? «Fornire reali strumenti e servizi di supporto alle donne vittime di violenza. Assistenza psicologica, orientamento al lavoro, formazione e prevenzione culturale e sociale, a partire dalle scuole. E gestire i fondi regionali e comunali con trasparenza e accuratezza, accertandosi che vadano solo a strutture valide e con metodi sperimentati. Purtroppo questo ancora oggi non accade e troppo spesso chi ha responsabilità istituzionali non considera la lotta contro la violenza sulle donne e la loro protezione come una priorità». Aproposito degli orfani di femminicidio, lei ha accusato il Governo di aver fatto una “bastardata”. Perché? «Questa Manovra è tutta un colossale errore: nel caso delle famiglie affidatarie dei 2000 orfani di femminicidio, il Governo ha trovato solo 3 milioni invece dei 10 promessi: ha preferito dare agevolazioni fiscali ai birrifici artigianali, alle spa degli hotel o alle sigarette elettroniche, oppure abbassare l’Iva sul tartufo. Adesso mi aspetto che il premier prenda un impegno per stanziare fondi adeguati, non le briciole. A cosa serve il governo del cambiamento se trasforma i deboli in ultimi?»
