VEDETE, LA BRUTTEZZA DEL VENTO E’ QUESTA

VEDETE, LA BRUTTEZZA DEL VENTO E’ QUESTA

È la quantità di lunghe premesse e paurose prudenze che oggi è costretto a fare chiunque sia inorridito dallo spettacolo del potere politico che si esibisce in parata a favore di telecamere per l’arresto di un terrorista di trent’anni fa. Un’esibizione tribale, muscolare, animale, che però abbiamo tutti paura a contestare perche sennò sei amico di Battisti, sei amico dei terroristi, anzi sei tu stesso un terrorista comunista. La bruttezza del vento è questa, è il ministro di polizia con la divisa della polizia che va a mangiarsi la preda in pubblico per mostrarla al pubblico, è l’euforia che sconfina in insulto e minaccia per ogni voce dissonante sul caso, è l’obbligo di Stato a esultare insieme al ministro in capo, è la tracimazione testosteronica dell’esecutivo che urla “marcirà in galera” devastando così in tre parole i compiti costituzionali del giudiziario. È la lontananza siderale da quella Norvegia che otto anni fa – preso Anders Breivik – disse e fece tutto il contrario, nei gesti, nelle parole, nella compostezza, nel diritto, nell’invitare tutti alla civiltà anziché alla belluina vendetta.