LA POLONIA PIANGE ADAMOWICZ, IL SINDACO DI DANZICA ASSASSINATO

LA POLONIA PIANGE ADAMOWICZ, IL SINDACO DI DANZICA ASSASSINATO

Dopo l’accoltellamento del sindaco di Danzica, Pawel Adamowicz, moltissimi cittadini hanno atteso per tutta la notte in fila per donare il sangue ed hanno pregato per lui.Ma purtroppo le preghiere e le cinque ore di sala operatoria non sono riuscite in quello che sarebbe stato in effetti, un miracolo, salvare la vita ad Adamowicz. Accoltellato domenica sera sul palco, davanti a tutti, nel corso di una manifestazione di beneficienza, è stato subito soccorso, ma le ferite al cuore e all’addome sono state fatali. Pawel Adamowicz aveva 53 anni e da 20 anni (era al quinto mandato) ricopriva la carica di sindaco nella città degli storici cantieri navali dove nacque Solidarnosc, nell’ultimo mandato aveva riscosso il 65% dei consensi. Per i cittadini non era soltanto un sindaco ma rappresentava il volto “dell’altra Polonia” quella che ha combattuto per la libertà, era il simbolo dell’opposizione al governo ed alle sue leggi che mortificano la libertà. A parlare di delitto politico è stata per prima la “Gazeta Wyborcza”, con riferimento al governo di Kaczynski Le ombre che indicano l’odio politico come ragione dell’assassinio di Adamowicz sono prospettate da molti politici a cominciare da Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, che in merito all’omicidio ha detto:” sta riemergendo un clima d’odio in troppe dichiarazioni e in troppe polemche politiche in molti Paesi della nostra Unione europea. Si deve tornare ad avere un linguaggio diverso. L’odio non è un valore compatibile con l’Unione europea”. E ha invitato ad abbassare i toni. L’omicida, il 27enne Stefan Wilmont, mentre Adamowicz era sul palco per la raccolta di fondi per beneficienza, è saltato sopra ed ha inferto le coltellate mortali, poi ha preso il microfono ed ha urlato: “il mio nome è Stefan, sono stato in prigione da innocente, Piattaforma Civica mi ha torturato e per questo Adamowicz è morto!”. Adamowicz in effetti non faceva più parte di Piattaforma Civica, il partito fondato da Donald Tusk, ne era stato allontanato nel 2015 in seguito ad uno scandalo fiscale, ma per l’omicida con evidenti problemi psichici, il nemico era comunque lui.Wilmont aveva organizzato l’attentato nei minimi dettagli contro l’uomo che secondo lui aveva permesso che lo incarcerassero ingiustamente, ed era uscito di galera dopo aver scontato la condanna a cinque anni per rapina. L’uomo era riuscito ad eludere i controlli, forse servendosi di un pass Stampa.L’omicidio secondo gli inquirenti non sarebbe legato alle posizioni politiche, anche se diversi osservatori legano l’assassino al forte clima di tensione sociale e violenza verbale che imperversa nel dibattito politico della Polonia. Migliaia di persone hanno vegliato nella notte il loro sindaco… Danzica è una città colpita al cuore.In un silenzio sommesso i cittadini si sono radunati verso i punti principali e anche nella mattinata di oggi sotto il vecchio municipio ardevano un centinaio di ceri.Per le strade si percepisce un rispetto dimesso, le bandiere sono a mezz’asta e le campane delle chiese suonano a stormo ogni ora.Diverse manifestazioni sono state organizzate in maniera spontanea, nelle città di Cracovia e Katowice. Nel centro di Varsavia, la manifestazione si è concentrata sotto il Palazzo della Cultura.Dopo un minuto di silenzio e l’inno nazionale cantato sottovoce è stato annunciato dal sindaco Rafal Trzaskowski il lutto nazionale di tre giorni.A Katowice sono state accese delle candele per commemorare Pawlowicz.La Polonia oggi dimostra al mondo la volontà di contrastare questo clima di odio e intolleranza che sta espandendosi nel vecchio continente.Nel cuore dei polacchi c’è sempre un forte senso di rivalsa contro ogni forma di dittatura. C’è la grande volontà di onorare Adamowicz, che in prima persona ha combattuto i soprusi e le discriminazioni. L’Europa che rischia di essere fagocitata da tutte queste correnti neonaziste, oggi impara dalla Polonia un valore universale di fratellanza e solidarietà per tutti quelli che il mondo occidentale considera dei diversi, degli abietti. E’ nelle parole di Donald Tusk che si racchiude tutto il pensiero: “difenderemo Danzica, la Polonia e l’Europa da quest’ondata di odio e di disprezzo, te lo prometto”.