LIBERO LE SPARA GROSSE. CON IL TITOLO OMOFOBO SCATENA LA RETE
«Calano fatturato e Pil ma aumentano i gay»: questo è il titolo di Libero, apparso sul quotidiano di ieri, corredato di occhiello che sottolinea :” C’è poco da stare allegri”.Immancabili le polemiche, i dissensi e lo sdegno che dopo questo show si stanno susseguendo.Onestamente non si ravvisa nessuna pertinenza tra la prima parte del titolo e la seconda.Non si capisce il riferimento all’economia con l’aumento dei gay.Voleva forse essere una provocazione gratuita e dal sapore retrò?Oppure qualcosa ad effetto che è finita con l’eccedere nel difetto?Intanto si esprimono tutti, dal mondo politico a quello social, dalle associazioni gay, passando per i“semplici”lettori che questa affermazione non la reputano così“semplice”,ma più come una strumentalizzazione rivolta agli organi di stampa che vanno anche differenziati per via della differente qualità che offrono..«Abbiamo fatto bene o no a tagliare i fondi a giornali del genere?, questo scrive il vicepremier Luigi Di Maio su Facebook. Scriveranno queste idiozie senza più un euro di fondi pubblici.Così invece si esprime Crimi il sottosegretario con delega all’editoria: «Provo disgusto per il titolo del giornale Libero. Un giornale che riceve soldi pubblici che prima pubblica titoli razzisti, poi oggi anche omofobi. Avvierò immediatamente una procedura interna .Per l’ex presidente della Camera Laura Boldrini Libero«non è un quotidiano ma un foglio di propaganda che vuole alimentare i peggiori istinti e i più beceri pregiudizi».Mentre Nicola Fratoianni (Leu) dichiara: «Non facciamo più circolare le foto con i suoi indecenti titoli. Vanno cercando pubblicità a buon mercato». in una nota,Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionaledella Stampa italiana, affermano che“La giusta condanna di ogni forma didiscriminazione e del linguaggio offensivo delle diversità, al quale si abbandona il titolo diapertura del quotidiano Libero, non può giustificare in alcun modo la rivendicazione del ministro e delsottosegretario di cancellare qualsiasi forma di sostegno all’editoria”.L’atteggiamento del governo ricorda quello di chi vuole sollevare il manganello rivolgendolo contro un’intera categoria di professionisti come a voler consumare una sorta di“regolamento di conti”verso chi invece le regole le ha sempre rispettate.Ad esprimere la sua indignazione anche Alessandro Zan, deputato del Pd da sempre attivista per i diritti Lgbt, che parla di“un titolo ignobile, fatto da un direttore disperato per il crollo delle vendite di copie del suo giornale”. Il portavoce di Gay center, Fabrizio Marrazzo tiene a precisare che «l’articolo presenta dati errati in quanto la popolazione LGBT (lesbiche, gay, bisex e trans) in Italia risulta di circa il 12%, come dimostrato nel sondaggio condotto da Euromedia Research.L’11 gennaio il quotidiano aveva titolato“Comandano i terroni”e il sindaco di Palermo Leo Luca Orlando aveva stigmatizzato il quotidiano sui social network: “Vergognoso titolo contro i meridionali del quotidiano portavoce di Matteo Salvini – aveva scritto su Facebook e Twitter – Si preparano già a scaricare sul Sud le colpe dei fallimenti del governo Lega-Cinque Stelle. Ha da passà a nuttata”. Titoli omofobi ed offensivi e dati errati, insomma una“notizia”da prendere con le pinze, si potrebbe tranquillamente pensare.Mosse in apparenza leggere che potrebbero portare a conclusioni pesanti, alla divisione di una categoria che da sempre è in lotta per difendere comunque la libertà di espressione.Ci si dimentica, oppure ci si vuole dimenticare, che sia i lettori che i cittadini, non sono poi così ingenui e riescono a distinguere bene cosa accade e chi cerca di farlo accadere.Sottovalutare chi magari si esprime in modo meno forbito ma non si lascia comunque manipolare è sempre, tremendamente sbagliato.Questa è una cosa per cui non ci starebbe tanto da stare allegri..
