CELLULARI BYE BYE PER STUDENTI E PROF. UNA PROPOSTA DI LEGGE CHE DIVIDE
Al momento è solo una proposta di legge per vietarne l’uso durante le ore di lezione.Per studenti e prof, indistintamente. I cellulari saranno rigorosamente custoditi e restituiti al termine dell’attività didattica. Per le chiamate urgenti sarà la segreteria ad informare i diretti interessati. In sintesi, sono questi i provvedimenti contenuti nella proposta a firma Giorgia Latini, della Lega, e Maria Stella Gelmini di Forza Italia.In discussione in Commissione Cultura, come anche la re-introduzione dell’educazione civica nella scuola primaria e secondaria. Una proposta che sta facendo discutere e che divide. Il mondo della scuola e i cittadini comuni, avvezzi ormai a dire la loro su tutto, soprattutto sui social. Sono già molte le scuole che in perfetta autonomia hanno optato per il no durante l’attività didattica. Senza imposizioni dall’alto,puntando sul convincimento della bontà della richiesta. Esemplare l’iniziativa di un liceo di Piacenza all’inizio dell’anno scolastico. Quando decise di inviare una lettera alle famiglie per spiegare perché ‘schermare’, ossia oscurare i cellulari durante le ore di lezione, ricreazione compresa, sarebbe stata cosa buona e giusta. Per farlo prese a prestito, rivedendola, la frase dell’astrofisico Stephen Hawking“Guardate le stelle invece dei vostri piedi”.Alzare gli occhi dallo schermo per rivolgerlo al mondo circostante, stelle comprese, è la strada intrapresa dal ‘San Benedetto’ piacentino con piena soddisfazione di studenti e famiglie. Cinque ore di ‘volontaria’ lontananza dagli smartphone. Cinque ore di interazione con il mondo reale, di confronto con l’altro guardandosi negli occhi. Senza costrizioni o leggi imposte dall’alto. Una vecchia questione. Che riaffiora periodicamente ad ogni cambio di governo.Motivata anche dalla necessità di regolamentare per legge quella che ormai è diventata un’abitudine difficile da gestire anche per i docenti, sempre più spesso oggetto di video girati in classe e poi postati in rete. Una proposta che divide. E che non piace al ministro dell’Istruzione Bussetti perché ‘se usato in maniera consapevole lo smartphone può essere un utile strumento di apprendimento’. Ministro che vai divieto che trovi. Nel 2007 fu l’allora ministro Fioroni a vietarne l’utilizzo con una circolare. Divieto superato lo scorso anno dalla ministra Fedeli, favorevole come Bussetti all’utilizzo‘consapevole’. Molti i docenti che ne difendono l’utilizzo, soprattutto per loro. Che spesso e volentieri se ne servono per aggiornare il registro elettronico dal momento che le connessioni ad internet negli istituti scolastici sono alquanto carenti o mancano del tutto. Favorevole a prescindere Vittorio Sgarbi: “Così gli studenti hanno il vantaggio di avere in tasca tutti i libri del mondo”. Come venirne a capo in questo sconfinato mondo di ragioni contrapposte?E soprattutto dove come e quando finisce l’uso‘consapevole’, ammesso che ci sia, e comincia quello sconsiderato che crea dipendenza, isolamento dalla vita reale? Forse, avere qualche libro in meno ‘in tasca’, sempre ammesso che si legga, per rivolgere gli occhi ad un tramonto o ad un arcobaleno improvviso o semplicemente all’amico che si ha vicino non sarebbe poi così male. Almeno nelle cinque ore di lezione…
