LA SILA E UN SOGNO INFRANTO. NON SARÀ PATRIMONIO DELL’UMANITÀ UNESCO
Sila, romana Silva Brutia, la foresta dei bruzi, ultimo popolo ad arrendersi a Roma. Terra di cime arrotondate antichissime, innevate, regno incontrastato del lupo e del silenzio. Il silenzio imperatore in queste valli dove scorre il tempo lento come l’ acqua che scende in rivoli primaverili nei greti di torrenti stanchi di Storia. Fiumi come serpenti sinuosi in mezzo a scoscesi monti, che seguono ciechi il loro percorso verso il mare a valle, che lanciano il loro richiamo sempre uguale sin dalla notte dei tempi. Monti a destra ed a sinistra ed in mezzo stradine timide, pudiche, a chiedere permesso a quella roccia eterna, orgoglioso marchio di Dio, sola a parlare tra sé e sé di millenni di Storia. ll silenzio in una realtà che abbandona ogni orologio, ogni fretta, ogni strumento che non regoli o misuri solo emozioni. Sila selvaggia e gentile, misteriosa e lussureggiante, patria di gente che accoglie. Una terra in cui l’abbraccio è il saluto e abbracciano gli alberi al pari della gente; in cui si sentono a pelle i sogni nati, creati e infranti sul selciato calpestato dai forti,dai vili, dagli onesti dai mafiosi, dai morti, dai vivi…. Nel silenzio le valli si aprono maestose a dire : _ Siamo qui…da sempre_ inaccessibili e bellissime. In silenzio ad ergersi maestoso il pino larice, simbolo della Calabria. E nel silenzio dei boschi silani spiccano i Giganti di Fallistro, pini larici pluricentenari, dai tronchi enormi, negli impenetrabili boschi che imbrigliano di luce l’occhio quando il volto si alza a rimirarne l’altezza. Finalmente di questa bellezza, di questo ammaliante silenzio, di questa ricchezza, di questo ecosistema intatto e particolare, si erano accorte le istituzioni. Franco Bernabè, presidente del consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l’Unesco aveva preso la decisione di inserire gli “Ecosistemi forestali della Sila” e le “Alpi del Mediterraneo”nella Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco per il 2019. Notizia che aveva riempito di orgoglio la popolazione calabrese, visceralmente legata ai suoi monti e al suo mare. Ma è di qualche giorno fa la notizia che la candidatura della Sila non sarebbe stata confermata dalla Commissione nazionale. La motivazione della non proposizione è stata giustificata dal fatto che l’Unione Internazionale per la conservazione della natura ha dato una valutazione negativa alla candidatura sostenendo che la località ha già ricevuto nel 2014 il riconoscimento di “Riserva della biosfera Unesco”. Dall’ illusione alla delusione nello spazio di poche ore per quel mondo calabrese che guarda alle sue eccellenze e alle sue bellezze naturali come uno strumento di riscatto. Come dire a un campione : “non ti consegnamo la medaglia che meriti perché hai già vinto troppo”. Torna il silenzio sulla Sila a ovattare ogni mugugno e protesta, come la neve quando accarezza quel mondo, come quei giganti di legno e foglie, quando divengono i soli discreti garanti di una terra e di un popolo. La Sila è un modo di essere, di vivere, di scegliere. Anche quando non si viene scelti. Soprattutto in quel caso.
