LOTITO E LE MULTE CANCELLATE. LUI: È UN EQUIVOCO
Di solito arrivano in busta verde. Angosciosa la fase che precede l’apertura del plico. ” C ‘è da firmare!_ esordisce sempre il postino, ignaro latore di ferale notizia. L’attimo in cui la penna si poggia sulla ricevuta in cui c’ è scritto lapidariamente “atto giudiziario”, dura un’eternità. Pare un rallenty, una scena da moviola in uno stadio dove in un derby l’arbitro ha assegnato un rigore all’ avversario. Il cuore martella in petto. ” Fa’che non sia mia! ” la prima preghiera. Poi, a nome sbirciato, ” fa’ che ci sia un errore, che sia prescritto, che l’importo sia irrisorio”. Mute preghiere nello spazio del minuto inesorabile. Ha fretta di andare via il postino. Quasi a volersi sottrarre a un rituale ormai conosciuto, quasi a rifuggire da ogni umana solidale partecipazione. Soli, con in mano la busta verde, impietriti dal terrore, si resta fermi in una trance vigile, indecisi sul da fare. Una partita a poker col destino in cui il deus ex machina è un perverso funzionario che ha scovato le magagne fiscali. Chissà quante volte si è cercato nella mente quel volto, quel nome di questo o quell’ amico funzionario,dipendente, che avrebbero potuto aiutare a evitare un pagamento, ridurlo o semplicemente ritardarlo. Ma capita di rado, ai comuni mortali,e meno male, altrimenti la tenuta economica e morale di uno Stato conoscerebbe la sua deriva. Capita più spesso che insospettabili benestanti, ricchi, ricchissimi, amino pronunciare la celebre frase del Marchese del Grillo:” io sono io… e voi…” E poi, se per ipotesi, se per mero caso il sistema si inceppa, se il granellino di polvere blocca l’ingranaggio, si grida all’ equivoco, si invoca l’ errore, si esibisce la più candida delle coscienze. La notizia parrebbe anche insulsa, nella norma, se fra i 197 indagati dalla Procura della Repubblica di Roma per il reato di truffa e falso in concorso , non ci fosse anche il Presidente della Lazio, Carlo Lotito. No, non una questione calcistica. No, nessuna azione da collocare sul mercato finanziario: multe, semplici multe da farsi annullare. Parrebbe questo il reato ascritto a Lotito e ad altre persone fra cui l’ex responsabile e tre dipendenti del Dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale. La truffa sarebbe consistita, il condizionale è d’ obbligo in uno stato garantista fino al terzo grado di giudizio, nell’ utilizzare sistemi per annullare le multe come quello di far comparire come veicoli di scorta auto private che erano state multate. Sono scattati i rimedi di tutela preventiva e nei confronti del patron della Lazio è stato disposto il sequestro per ben 26 mila euro. Ottocento mila euro sono stati sequestrati, invece, a una società di autonoleggio di cui Lotito sarebbe socio.L’ inchiesta sarebbe partita nel 2008 su segnalazione di una dipendente comunale e i reati si sarebbero protratti fino al 2014. Un danno immenso di svariati milioni di euro per le casse della pubblica amministrazione. Parrebbe, infatti, che a far data dal2008 e per tutto il 2014, sarebbero state circa 14mila le posizioni cancellate per un totale di circa 16 milioni di euro non introitati dal comune. Tuttavia, molti periodi, come fanno notare gli inquirenti, sarebbero già coperti dalla prescrizione. Anche se degli stessi reati sarebbe stata data notizia, comunque, alla Corte dei Conti per l’ accertamento di responsabilità per danno erariale avente una diversa tipologia di calcolo prescrizionale. I legali di Lotito affermano si tratti di equivoco facilmente dimostrabile e auspicano una celere definizione della incresciosa vicenda. Anche l’omino comune con quella busta verde fra le mani confida nell’equivoco, ma lui è solo lui e mesto sale le scale per fare due conti.
