IL 2018 HA SEGNATO UN AUMENTO DELLE MORTI SUL LAVORO

IL 2018 HA SEGNATO UN AUMENTO DELLE MORTI SUL LAVORO

Ogni anno ci troviamo a fare il bilancio delle morti sul lavoro ed i dati sono sempre inquietanti sia che indichino un incremento, sia che registrino un calo. Morire sul lavoro è qualcosa di inaccettabile, è immorale, insopportabile, ci evoca una sensazione di accanimento di un destino ingrato.Nel tempo abbiamo perfezionato i sistemi di sicurezza e introdotto leggi tese alla salvaguardia dei lavoratori, tuttavia l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e per definizione costituisce l’amara sorpresa foriera di dolore e morte accidentale che in larga parte non era evitabile. Ma il punto di domanda resta nella mente di chi si trova a perdere un familiare, un amico, un collega. Il 2018, sulla base dei dati forniti dall’Inail, è stato un anno negativo per la sicurezza sul lavoro, per meglio dire è stato ingrato nell’amaro computo delle vite perse per causa del lavoro.In 1.133 sono morti e rappresentano un aumento percentuale del 10% rispetto ai 1.029 decessi all’anno precedente, praticamente sono morte 104 persone in più.Nel rapporto Inail emerge anche un altro elemento preoccupante, quello delle denunce di malattie professionali che sono in aumento rispetto all’anno precedente: nel 2018 sono state 641.261 che rappresentano un incremento pari allo 0,9%.In ultimo, c’è poi l’elemento delle denunce delle patologie di origine professionale (le cause di malattia professionale) che sono in salita del 2,5% con un totale di 59.285 istanze di riconoscimento. La tendenza all’aumento interessa tutta la penisola. I casi legati direttamente ad episodi diretti durante il lavoro sono 542.000, pari allo 0,6% in più; mentre quelli definiti “in itinere”, cioè occorsi durante il tragitto da casa al lavoro e viceversa, sono stati 98.518, pari al 2,8% d’incremento rispetto al precedente anno. Il settore che ha evidenziato l’aumento delle denunce è quello dell’industria, nella misura del 1,4%. Una diminuzione ha invece riguardato l’agricoltura, scese infatti le denunce dell’1,8%.Osservando il fenomeno nell’ambito delle differenze tra uomini e donne, sono gli uomini quelli maggiormente interessati dall’aumento delle denunce che fanno registrare un +1,4% e nello specifico la percentuale sale al +4% se riferita agli uomini sotto i 34 anni d’età. L’analisi della ripartizione territoriale evidenzia poi che il Nord-Italia è l’area geografica dove maggiormente si è visto l’incremento percentuale, con la provincia autonoma di Bolzano al +5,4% e un +3,9% del Friuli Venezia Giulia.Nel Centro, al Sud e nelle Isole, seppure i valori sono stati più bassi, restano comunque in aumento rispetto al 2017. Le denunce di infortunio per cause di lavoro che hanno poi prodotto esito mortale hanno interessato praticamente quasi tutti i mesi dell’anno e l’aumento ha riguardato i particolar modo i casi “in itinere” con grande evidenza per le aree del Nord Ovest e del Sud Italia.La regione che detiene il triste primato del maggior aumento di incidenti mortali è la Campania. Ultimo elemento nelle cause di perdite di vite è quello degli “incidenti plurimi”, cioè quegli incidenti dove sono rimaste uccise due o più persone. Sono stati 24, contro i 15 del 2017. Il mese più tragico nel corso del 2018 è stato agosto dove le morti sono salite a 132 (erano state 78 nel 2017). Naturalmente ciò che ha drasticamente inciso è stato il crollo del ponte Morandi a Genova e due incidenti stradali che hanno causato in Puglia la morte di ben 16 braccianti agricoli. Molte volte la trascuratezza delle Misure di sicurezza o preventive, determina l’irreparabile, altre volte il caso gioca il ruolo fondamentale e in taluni casi l’attenzione e la cura della sicurezza nel lavoro cede il passo a ragioni produttive, egoistiche o semplicemente dettate dalla volontà di non impiegare risorse per assicurare al lavoratore un ambiente sicuro. I confini tra questi elementi sono sottili e talvolta di difficile valutazione in sede giudiziaria. Ma l’elemento che rimane al di sopra di qualsiasi valutazione è quello della vita umana, che dovrebbe esser posto sempre e comunque in cima alle preoccupazioni ed alle priorità. La perdita di una vita umana non può trovare giustificazione in nessun caso e nessun risarcimento alla famiglia riuscirà mai a restituire la serenità e la pace.