ROMA. MULTE A CHI CANTA IN METRO O ROVISTA NEI CASSONETTI
Scontata la mia ostilità a precetti, prescrizioni e regolamenti (resto un attempato seguace del “vietato vietare”), sono qui a segnalare quanto ormai il razzismo sia diffuso e sistematico, e quanto affiori e si manifesti anche inaspettatamente.A Roma i cinquestelle hanno confezionato il nuovo regolamente di polizia municipale, che presto verrà votato dal consiglio comunale, per poi diventare attuativo e vigente. Vi risparmio le mie affrante considerazioni sul proibizionismo serale o sull’impedita balneazione nelle fontane: capisco che molti non apprezzino le eccitanti ragazzate delle notti d’estate. Ma su un paio di nefandezze persecutorie vorrei soffermarmi.1. Non si potrà più rovistare nei cassonetti. Si aprirà dunque la caccia a quei povericristi che vanno in giro a recuperare le nostre scorie quotidiane, per poi rianimarle e portarle a nuova vita: in quell’esemplare ciclo di riuso del rifiuto che spesso finisce laddove era cominciato, e cioè in un nuovo utilizzo domestico. Non vi sfuggirà che a subirne le coseguenze sarà quella micro-economia della riconversione spicciola e un po’ stracciona, la cui estinzione priverà rovistatori e raccoglitori di quei quattro soldi con cui tiravano a campare.2. Non si potrà più cantare sui mezzi pubblici. Niente più canzoni, niente passi di danza, niente violini, chitarre, trombe e fisarmoniche. Tutti zitti, tutti con lo sguardo sul proprio display, tutti accartocciati nella propria solitudine. E soprattutto niente più mancette a chi portava un po’ d’allegria nella metro o in autobus, e che spesso ti spingeva a battere il tempo con i piedi e a volte perfino a cantare insieme strofe e versi.Mi sono definitivamente convinto: i cinquestelle sono razzisti non per convenienze politiche (di potere) o perché contaminati da continguità/complicità con gli alleati leghisti. Sono razzisti in proprio. Tranne, forse, qualcuno a sua insaputa.
