ADOTTATE I DISOCCUPATI, NON I CANI.
Questa sarà la campagna elettorale più bizzarra della storia, una campagna elettorale che sa di vetriolo e di amMòre (con due emme, come dicono i giovani d’ oggi). Una campagna elettorale che trucida gente senza pietà. Il PD sta andando alle primarie in calo di preferenze, perché qualcuno si ricordava dell’ appoggio incondizionato dato al governo Monti, teoricamente l’ antitesi alle promesse fatte agli elettori. Si stava facendo avanti un personaggio che, in virtù dell’ onestà morale e della correttezza in Parlamento, unico partito a non aver tradito il proprio programma elettorale, rischiava di erodere pericolosamente voti. E lo si gambizza: Report dichiara che Antonio di Pietro, leader dell’ avanzante Italia dei Valori era proprietario di 57 proprietà immobiliari. Parte la sfida delle candidature: tutti a bandire gli “impresentabili”, ovvero le persone che non hanno i requisiti morali per presentarsi agli elettori, volendo candidare solo persone oneste ed integerrime, dicono. Dicono, perché queste nuove candidature si sono guadagnate già un sito Internet tutto per loro, (www.impresentabili.it ) in cui vengono censiti tutti i candidati con circoscrizione elettorale e relativi capi di imputazione e condanne, gente però che diffama l’ opposizione. Parte quindi un’ accorata campagna mediatica contro il professor Marino Andolina, visto che è oggetto di indagini. Lo stesso, eminente medico milanese è stato indagato per aver curato con successo ammalati con l’ utilizzo delle cellule staminali; e questa è ancora una vergogna della legislazione italiana, visto che le cellule staminali e relativi trattamenti terapeutici sono stati recepiti in tutti gli ordinamenti medici e legislativi nei paesi civili meno che nel nostro. Solo in Italia, paese in cui non si fa legge (dalle coppie di fatto alle esenzioni IMU) senza che il Vaticano benedica e approvi, ci ritroviamo con questo brutto buco legislativo che ci rende arretrati di vent’ anni rispetto al resto del mondo. Poi il professore Marino Andolina è colpevole di essere candidato nelle liste dell’ opposizione, di Rivoluzione Civile, nel rispetto della logica e della politica del partito; un partito che candida un grande magistrato alfiere della lotta alla mafia come leader, una Ilaria Cucchi, vari operai della Calabria e della Sardegna che hanno combattuto importanti battaglie per l’ occupazione e che giustamente candidava anche un pioniere della ricerca medica, e per questo non poteva che essere vessato e diffamato. Le leggi sono solo per i più poveri: siamo un paese dove, per una visita di controllo con degenza, un presidente di regione si fa prenotare un’ ala intera di ospedale (medici e infermieri compresi) lasciando gli altri degenti nei letti nei corridoi.E perché, grazie alla lussuosa e completa assistenza sanitaria concessa ai parlamentari, non servono leggi nè riforme del sistema sanitario nazionale italiano perché i nostri parlamentari e i loro famigliari, al bisogno, possono farsi curare totalmente rimborsati nelle migliori cliniche straniere, europee o statunitensi, dove eventuali terapie a base di staminali sono permesse. E chi poveretto non ha tutti questi privilegi, non viene curato al meglio. Eh, sì: belli fuori, brutti dentro. I gay sono il male, chi ha sciolto un matrimonio divorziando e risposandosi solo con rito civile e le famiglie di fatto sono il declino della nostra società. Però per due alfieri del cattolicesimo in politica, no. L’ “uomo dell’ eccellenza” Roberto Formigoni, l’ icona di Comunione e Liberazione che fa carriera fino raggiunge le stanze del potere, convive per sua stessa ammissione con l’ inseparabile Alberto Perego e altri 5 o 6 amici uomini, in una comunità denominata “Memories Domini” . Diventando così, malgrado il rigore morale proclamato ed esibito, una delle icone gay italiane con tanto di articolo sul sito ufficiale www.gay.tv, oltre che sul Corriere della Sera e La Repubblica, ma combattendo sempre la battaglia contro le unioni omosessuali e le coppie di fatto. Come il cattolicissimo e bolognese Pierferdinando Casini: agli albori della politica, quando era ancora una figura conosciuta solo a livello locale viveva sposato con l’ ex moglie del re del caffè bolognese Francesco Segafredo, salvo poi, divenuto importante a livello nazionale, divorziare trovandosi una moglie (solo con rito civile) più giovane e benestante. E peccano solo i gay, le lesbiche e chi fa certe cose al di fuori del matrimonio cattolicamente celebrato perché le leggi dello stato e le ramanzine del Vaticano valgono solo per noi poveri “geppetti”, mentre per amici, politici conniventi e compagni di merende un po’ meno. Diffamazione, cattiveria, omertà sulle televisioni pubbliche e private, solo per voler estinguere un opposizione (Rivoluzione Civile) scomoda, con idee buone, con personaggi onesti, credibili e che possono piacere all’ elettorato, erodendo voti a gente che negli ultimi cinque anni ha perso tutta la credibilità di persone e la dignità di politici. E allora, per non traumatizzare l’ elettorato, tutti i politici candidati fanno i teneri di cuore adottando un cane. Berlusconi adotta un cane, Monti adotta un cane.. E così via, tutti i politici a comparire sui giornali in foto languide con cani, adottati o già in famiglia: evviva gli amici degli animali, visto che lo sono stati poco dei propri elettori. E anche qui, bieco marketing, triste populismo per commuovere l’ elettorato. E io, che sono cattivo, dico: perché i cani? Non sono sicuramente il problema dell’ Italia: anche perché, come ribadisce l’ Istat nelle sue statistiche periodiche, sono molto più i disoccupati senza lavoro dei cani nei canili, e girando per le grandi città si vedono per strada molti più senza tetto, molti più clochard che cani randagi. Per cui, se volessimo essere veramente generosi, veramente gentili, adottiamo un barbone, un povero disoccupato alla deriva: perché i migliori amici dei politici non sono i cani, affettuosi ma che non pagano tasse, ma coloro che hanno lavorato, si sono dissanguati in tributi e balzelli per mantenere i loro privilegi, pagare tutti i loro optional e i confort e che la crisi ha ridotto indigenti e abbandonati. Che facciano come Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, due pietre miliari della storia del varietà e della televisione italiana che, non avendo figli, hanno adottato la famiglia di filippini che si prendeva cura di loro: questa sì che è vera generosità. Per inciso, controllando la mia minuscola indennità di disoccupazione, lo Stato si trattiene di ritenuta a titolo di acconto di imposta il 23% di Irpef: ovvero anche noi pezzenti contribuiamo comunque alle auto blu dei politici, pagando le tasse sulle elemosine che riceviamo. Ma all’ italiano medio, che una volta era quello che arrivava a fine mese e oggi non più, piace essere credulone: ha creduto per 45 anni alla Democrazia Cristiana ed alla prima repubblica, e ha smesso di crederci solo perché i partiti hanno cambiato nome, qualche politico è fuggito all’ estero o qualche altro è morto per vecchiaia. Un italiano medio che per 20 anni ha creduto in Silvio Berlusconi, malgrado abbia demolito ogni tutela sociale nei confronti dei meno fortunati e legiferando solo ed esclusivamente a comodo suo, dei suoi amici, degli evasori fiscali e dei furbetti che delocalizzano, ovvero chiudono le aziende in Italia per aprirle all’ estero. Salvo far rientrare i capitali guadagnati all’ estero sulla pelle degli italiani con lo “scudo fiscale” (sua la legge, contenuta nel DL 194/2009 altrimenti chiamato “decreto mille proroghe”), ovvero una tassazione a forfait agevolata che favorisce i furbi che esportano lavoro e capitali senza incentivare o premiare chi è restato in Italia, pagando tasse e cercando di restare in attività per non creare ulteriore disoccupazione. Ma noi italiani siamo buoni e generosi: e siamo tutti commossi dai politici affettuosi che tolgono i cani dalla strada, anche se non toglierebbero mai noi dall’ indigenza, perché (e lo hanno dimostrato) negli ultimi vent’ anni noi siamo stati sempre l’ ultimo dei loro pensieri. Privilegi, confort, impunità per se stessi e per gli amici compiacenti che elargivano denaro e favori: tanto c’è sempre chi gli paga il conto alla fine, e quando è arrivata la crisi e la grossa disoccupazione, niente sacrifici, niente rigore per loro: basta alzare ancora le tasse ai pochi poveretti che ancora le pagano, come il nuovo aumento dell’ IVA da luglio 2013.
