THE JACKAL, Il “BENALTRISMO” E QUESTO POVERO PAESE

THE JACKAL, Il “BENALTRISMO” E QUESTO POVERO PAESE

«Già, belle parole le tue. Ma perché non pensi ai 5 milioni di poveri del nostro Paese? Perché non parli dei problemi degli italiani?». Questa è la risposta stardard che ormai si sente quotidianamente. Nei sempre più tristi talk show, dove viene accolta con urla di approvazione pari a quelle che a San Siro accompagnano i gol dell’Inter. Ma anche nei rapporti personali, dalle persone che si incontrano e a cui si cerca di spiegare che è assurdo lasciare bloccati su una nave 47 migranti disperati e non permettere loro di attraccare e scendere sulle coste italiane. Che è disumano riportarli indietro nelle carceri libiche, che sono veri campi di concentramento. E, ancora, che bisogna guardare alla storia e pensare alle ragioni per cui fuggono…«Perché non parlate dei problemi degli italiani?». E’ una domanda con un significato da non sottovalutare. Che spiega bene il senso dei giorni che stiamo vivendo.Un video – divertente e amaro insieme – che sta spopolando in Rete affronta il tema. Lo hanno girato The Jackal, gruppo parecchio noto di videomaker napoletani: Ciro Priello, Fru e Fabio Balsamo.Quattro minuti in cui si vede uno studio di registrazione dove si sta girando uno spot sull’accoglienza dei migranti. Il frontman (Ciro) davanti alla telecamera attacca: “Non è facile stare su un barcone per giorni…” ma subito si interrompe leggendo perplessità (avete presente le espressioni dei leghisti interrogati in tv?) sui volti dei suoi assistenti. Che gli suggeriscono, all’inizio persino con un po’ di imbarazzo, che non si può fare uno spot sui migranti senza parlare degli italiani che vivono in situazione di indigenza, perché sarebbe ingiusto. Nasce così una reazione a catena: non si può parlare di migranti senza includere i terremotati, i gay discriminati, le violenze sulle donne, i disabili, la plastica negli oceani e lo sterminio delle balene, il buco nell’ozono…Alla perplessità del frontman sull’incongruenza di raccogliere temi così disparati, si replica con “Uniscili!”: non preoccuparti del senso, l’importante è che ci metti dentro tutto e tutti.Ciak dopo ciak, si assiste a una serie quasi infinita di domande e di temi. Fino a quando la sequenza diventa impossibile.Un video non girato a caso. Perché racconta una tattica precisa. Si chiama “benaltrismo” ed è l’atteggiamento di chi elude un problema sostenendo che ce ne sono altri, più gravi, da affrontare. Sapendo bene che rispondere a un problema con un altro problema non risolverà nessun problema. Un neologismo che ci ritrae perfettamente: a ogni problema messo sul tavolo, replichiamo ponendone uno a nostro giudizio più grave.Dopo sole 18 ore su Facebook il filmato ha raggiunto quasi un milione di visualizzazioni. E migliaia e migliaia di condivisioni. Si spera un segnale positivo, in questa società sempre più confusa e crudele.