MALALA: LA RAGAZZINA DA PREMIO NOBEL

MALALA: LA RAGAZZINA DA PREMIO NOBEL

Ci sono storie ancora oggi, nel 2013, senza un perché. Ci sono luoghi nel mondo in cui le donne non hanno diritti e se mai provassero   a ribellarsi, tanti proiettili crivellerebbero il loro  corpo.“Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è l’istruzione. E non ho paura di nessuno”.Una frase che non lascia indifferenti, nemmeno i talebani, che la vorrebbero tra le mani, la vorrebbero uccidere. Ci hanno già provato, ma non ci sono riusciti. Ha lottato con tutte le sue forze, ha subito interventi chirurgici, ma  MalalaYousafzai, la quindicenne pakistana che da anni lotta per  i diritti civili delle donne e per il loro diritto allo studio , nella  città diMingoranellavalle dello Swat, è determinata più che mai a non piegarsi. A Mingora, italebani, con un editto hanno bandito il diritto allo studio per le donne. Una ragazzina coraggiosa alla quale   i parlamentari norvegesi del Partito Laburista ne hanno ufficializzato, nei giorni scorsi,  la candidatura  per il Nobel della Pace 2013. Per i talebani lei è il “Simbolo degli infedeli e dell’oscenità”, solo perché si ribella alle dure regole imposte. Una vera  e propria eroina. All’età di   13 anni è diventata celebre per un diario in lingua urdu, tradotto sul sito della Bbc 3, nel quale documentava il regime, contrario ai diritti delle donne, dei talebani pakistani e la loro occupazione militare deldistretto dello Swat. Ed ha pagato a caro prezzo. Il9 ottobre2012,  è stata gravemente ferita da uomini armati saliti a bordo del suo pullman scolastico mentre tornava da scuola.  Si è salvata,  dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. In seguito è stata trasferita in un ospedale di Londra, dove è stata amorevolmente curata. Il mondo intero si sta mobilitando per lei, da personaggi famosi a capi di stato, che non rimangono per nulla indifferenti alla forza di questa giovane e dolce eroina dei giorni nostri.  “Se sopravviverà, proveremo di nuovo ad ucciderla”. Una frase che non le fa paura, ma che porta con sè, quasi come una sfida. Una sfida che la porta a lottare per la sua gente, per tutte le donne piccole e grandi, che soffrono, vittime di un sistema assurdo. Una lotta senza fine, quella di Malala, che si batte per la parità dei sessi, per garantire l’istruzione, per dare la possibilità alle donne,  di poter scegliere con la propria testa. La donna deve essere libera di poter scrivere, libera di poter dire la propria opinione, libera della propria vita.“ Libero arbitrio” alle donne musulmane”, questo è quello per cui  si batte continuamente senza fermarsi. La giovane pakistana,  ha la fortuna di essere sostenuta dal padre  e anche su Facebook ha continuato la sua denuncia. Sono migliaia nei social network le pagine dedicate  a lei, con frasi di incoraggiamento provenienti da tutto il mondo.  Molte donne, ancora oggi nel mondo, vivono una vita con un destino segnato da altri. E questo non bisogna permetterlo. Dovremmo tutti prendere esempio da questa ragazzina/ coraggio, che ha scritto  :“Se alle nuove generazioni non verranno date penne, i terroristi daranno loro le pistole. Dobbiamo far sentire la nostra voce”