GIORNALISMO AL SEGUITO, ENZO BIAGI E ‘COSE TURCHE’ IN RAI

Spezzoni, pezzi di ‘pezzi’ (linguaggio giornalistico), qualche pensiero ‘alto’ (tentato), e una datata polemica Rai rimasta sino ad oggi semiclandestina, con bersagli diversi da quando fu scritta, ma solo nei nomi. Quelli li dovete aggiornare voi.M’è capitato di sostenere che le guerre, in televisione, nascono orfane e muoiono senza figli. Non c’è mai una attenzione alle crisi note prima che esplodano, c’è l’esaltazione dell’evento che aiuta gli ascolti dell’emozione, e poi c’è il silenzio sul dopo, a non scoprire, per esempio, i pessimi risultati di certe “guerre umanitarie”. Guerre senza strascichi, drammi umani giornalisticamente senza figli.Ora il dramma dei migranti con tanto giornalismo variegato, quello onesto, legittimamente incerto rispetto alla complessità del problema, e quello schierato contro, a seguire e compiacere le politiche peggiori… CONTINUA SU REMOCONTRO: