QUANDO L’ONESTÀ HA IL PROFUMO DELLA POLONIA

QUANDO L’ONESTÀ HA IL PROFUMO DELLA POLONIA

GRAN CAFFE’CIPRIANI – Da mio padre ho ereditato il non sopportare le tasche rigonfie. Per questo non porto addosso mai niente, tengo tutto in mano. Selezionando quel che può essere necessario. Stringo su chiavi, portafogli e telefonino. Così facendo, ovvio che di tanto in tanto, smarrisca o perda una delle tre cose, una volta le chiavi, una volta il telefonino, una volta ancora il portafogli. Così è stato una di questi giorni. Tempo di riavvolgere il film del mio mattino ed ho pensato che uno dei posti dove avrei potuto perdere il portafogli era il bar della piazza di Prima Porta. Telefonare, sii, ma il numero, e ancor prima il nome?. Rapida ricerca su Google: Gran Caffè Cipriani, ecco il numero.“Buongiorno, signora, forse ho perso da voi il portafogli….”, detto col tono di chi già calcolava il lavoro da fare per ripristinare documenti e carte di credito, i soldi amen.“Si, si, certo – risponde gentilissima la signora – il suo portafogli è qui con me, lo ha trovato un cliente ai piedi della cassa. L’aspetto…”.Quando entro, vedo la signora coi capelli rossi alla cassa che fa vibrare nell’aria il mio portafogli nero e azzurro Marocco dentro.“Ecco il suo portafogli, lo ha trovato Lukasz”, e mi indica l’uomo in piedi in fondo alla sala. Apparentemente mio coetaneo, probabilmente metà dei miei anni. La fatica e il disagio non sono generosi, per invecchiare non ci vuole una stupida app.Mi avvicino, è polacco, ne sono certo..il nome…l’aspetto. Gli uomini polacchi sono dolci in viso. Intere generazioni falciate da russi e nazisti, e sono rinati come erba fresca in un campo che prosegue con filari di mele.“Dzieki, grazie!”. La Polonia è nel mio cuore, non smette di emozionarmi, ne conservo poche parole e grazie è una di queste. L’uomo mi sorride, la barba leggermente incolta si sposta per fare spazio al sorriso, alza le spalle, come a dire “Grazie, di che?!”. Gli stringo la mano, lo prego di accettare la piccola banconota che metto nella sua mano: “Per un bicchiere di vino”, gli dico. Ringrazia, prendendomi la mano con tutte e due le sue mani. Bicchiere o cartone che sia, alla tua, mói przyjacielu, amico mio!