E BRAVA VLADIMIR LUXURIA
A Salerno c’è una nuova generazione di autori-attori e registi che ama rischiare sull’innovazione e mettersi in discussione e in rete con gli altri artisti. Di questa generazione (e penso ad Antonello Ronga, Serena Stella, Antonella Valitutti, Igor Canto, giusto i primi nomi che mi vengono in mente) il capofila è sicuramente Antonello De Rosa di cui ho sempre sentito parlare molto bene senza vederlo mai all’opera. Ieri sera grazie a Chiara Natella e al suo Teatro dei Barbuti, sempre più nazionale e meno popolare, ho potuto colmare questa lacuna. Con Ele e Fabri (che non si è annoiato) ho assistito a “La ballata degli esclusi”, un omaggio senza retorica a Fabrizio De André che mi ha emozionato per la forza dirompente della parola, l’unico baluardo che ci è rimasto in questi tempi cupi dominati dall’odio e dalla sopraffazione. Il lavoro registico di De Rosa è stato molto discreto, nell’angolo, come lo era fisicamente sul palco, a puntellare l’ordito musicale con testi di grande spessore espressivo scritti da lui stesso che avevano per protagonisti proprio gli “ultimi” esaltati da Faber. Ma il successo dell’operazione è anche merito di un gruppo musicale compatto e di elevata professionalità e di un cantante di lungo corso, Gaspare Di Lauri, che intona De Andre’ senza imitarlo. Lascio per ultima la protagonista dello spettacolo, la ciliegina sulla torta: Vladimir Luxuria. Un’autentica sorpresa: accettabile come cantante, un po’ legnosa nei movimenti ma simpatica, estroversa e soprattutto autoironica. Si vede che ha studiato, il ruolo di “fenomeno da baraccone”, che la tv voleva disegnarle addosso, non fa per lei. Alla fine è Luxuria la dimostrazione lampante che anche gli “esclusi” possono farcela se non si abbattono e credono in se stessi. Un messaggio di straordinaria attualità che andrebbe utilizzato come lezione di educazione civica: perché non rappresentare nelle scuole “La ballata degli esclusi” per insegnare ai nostri ragazzi il valore dell’inclusione e della tolleranza? Il repertorio di De Andre’ è coinvolgente e transgenerazionale. Alla fine tutti in piedi (c’è il pienone) a ballare e cantare sulle note de “Il pescatore”. Dietro il palco la fila per stringere la mano e fare i complimenti o i selfie a Luxuria che tiene stretto il mazzo di fiori che le ha donato l’amministrazione comunale di Salerno rappresentata dagli assessori Mariarita Giordano e Antonia Willburger. Roba da far venire la dermatite allergica a Mario Adinolfi
