SEBASTIANO GULISANO, UNA VITA DIFFICILE AL SERVIZIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA VERITÀ
Folla di auguri su facebook per il compleanno di Sebastiano Gulisano. Non mi ricordo bene (a una certa età gli anni è meglio non contarli con troppa precisione) quanti siano: nel 1984 Sebastiano collaborava con i Siciliani come esperto di fumetto e dopo il 5 gennaio chiese di passare alla prima linea. Fu trasferito nel “settore pesante”, che da noi era quello che si occupava di mafia. Da allora crebbe continuamente in professionalità e militanza, fino a diventare, negli anni ’90, una delle colonne di “Avvenimenti” e della nuova edizione dei “Siciliani”.Ai “Siciliani” adesso era responsabile della redazione romana ma gli fu affidata anche, come socio accomandatario, la responsabilità civile del giornale: in quest’ultima veste si trovò anche a rispondere personalmente di un debito di diversi milioni, risolto poi grazie alla generosità del principale creditore, l’indimenticato compagno-tipografo Lancellotti di Roma.Chiuse quelle testate, rimase individualmente in prima linea, non mollando mai un impegno professionale e politico di primissimo ordine, in condizioni personali per lo più difficilissime (per quanto giornalista professionista, con tanto di tesserino dell’Ordine), oscillanti fra miseria secca eprecariato. Non si prestò mai al minimo compromesso, ma la sua firma crebbe continuamente di peso nella piccola ma qualificata cerchia dei giornalisti investigativi: fu lui, ad esempio, a smascherare per primo – con uno studio attentissimo della documentazione – l’imbroglio di Ciancimino junior, allegramente ingoiato da tutta la più qualificata stampa ufficiale. Così, fra mille traversie, fra orgoglio e solitudine, utile alla società, fedelissimo agli insegnamenti di Giuseppe Fava, egli ha trascorso i suoi anni.Un mese fa ha contribuito in maniera determinante al libro dei Siciliani “Sbavaglio” sulle imprese e le complicità dell’imprenditore-editore catanese Ciancio, ignorate dalla maggior parte dei più famosi colleghi e delle grandi testate. Il cinque gennaio di quest’anno, come riconoscimento a una carriera giornalistica che ha onorato i valori etici e professionali del nostro mestiere, gli è stato assegnato il premio “Siciliani giovani”.* * *Tutto questo per dire che Sebastiano Gulisano, giornalista professionista con oltre trent’anni di mestiere, in questo momento si trova – da vent’anni si trova – tranquillamente e dignitosamente povero e disoccupato, dimenticato da tutti salvo che dai suoi lettori, e in ispecie dalle istituzioni professionali e civili che avrebbero – a parole – il dovere di tutelare la libertà di stampa.La “tutela del posto di lavoro” vale infatti per i giornalisti collaborazionisti degli editori vicini alla mafia, ma non per quelli che hanno dedicato la vita, con rischio e sacrificio, alla denuncia degli interessi mafiosi e alla difesa della libertà di stampa.Noi, piccola redazione di poco peso ma di grande storia, non possiamo fare altro per lui che scrivere queste parole – che siano promemoria per chi può e chi deve – e ringraziarlo per l’onore che ci ha dato e ci dà di camminare insieme a noi sulla strada di Giuseppe Fava.Riccardo Orioles, “I Siciliani giovani”.
