SMENTITA DEL GOVERNO SOMALO: SILVIA ROMANO NON E’ PRIGIONIERA QUI

SMENTITA DEL GOVERNO SOMALO: SILVIA ROMANO NON E’ PRIGIONIERA QUI

Il governo somalo ha smentitoche Silvia Romano sia tenuta prigioniera sul suo territorio. Lo riporta il telegiornale di un’emittente di Mogadiscio. Il servizio dopo aver dato conto della notizia trapelata dalla procura di Roma, secondo cui la volontaria milanese dell’associazione Africa Milele sarebbe stata portata in Somalia, riferisce di una nota del governo che smentisce questa rivelazione. Gli indizi raccolti dal Fatto Quotidianoparlano di una donna bianca tenuta prigioniera ai confini tra Somalia e Kenya su una delle isole dell’arcipelago Bajuni. Non è stata finora possibile una verifica. La regione (il Jubaland) è sotto controllo di milizie freelance (niente a che fare con gli shebab) legate a un’amministrazione locale in cattivi rapporti con il governo centrale di Mogadiscio. Inoltre il Jubaland – dove off shore è stato trovato petrolio – è in contrasto anche con il Kenya, che ha modificano i confini marittimi per impadronirsi di buona parte dei campi petroliferi. In quell’area, a parte i miliziani, non arriva facilmente nessuno; l’accesso è difficile per tutti e la verifica delle informazioni non è per nulla semplice. Intanto a Malindidurante l’ultima udienza del processo contro tre dei presunti responsabili del sequestro, la Corte, ribaltando una decisione già presa, ha stabilito che gli accusati possono godere del diritto di lasciare la cella su cauzione. Così Moses Lwali Chembe è già tornato a casa, Ibrahim Adhan Omar (il più pericoloso giacché al momento dell’arresto trovato in possesso di armi da fuoco) se versa 26 mila euro esce (ne ha già pagati oltre 4000), mentre Abdulla Gababa Wario, prima di essere liberato dovrebbe sborsare tutto l’ammontare, appunto 26 mila euro. Le prossime udienze sono fissate per I prossimi 24 e 25 ottobre e si terranno a Chakama, dove Silvia è stata rapita. La polizia di Nairobiconfidenzialmente ha fatto sapere che le ricerche di complici e testimoni del ratto si sono spostate anche a Likoni (dove Silvia aveva lavorato come volontaria già lo scorso anno) e a Mombasa, il più grande e trafficato porto dell’Africa Orientale.