SULLA QUESTIONE DELLA CONDANNA EUROPEA AL NAZISMO
Ritorno sulla questione della condanna Europea al nazismo ed al Comunismo perché penso che essa, che molti considerando come scontata, mi ha suscitato un grandedibattito politico e ideologico nel nostro paese.D’altronde questo dispositivo votato in seno all’Unione é stato promosso innanzitutto per segnalare la necessità di isolare e condannare preventivamente le escrescenze della nuova ultra destra che portano i segni dell’infausto periodo totalitario. Nondimeno é lecito porsi una questione chiara ed evidente che riguarda anche il nostro paese. Se é vero che la Costituzione ha posto fuori legge il Partito Fascista ciò non significa che molti cittadini non continuino a professare idee ed a promuovere politiche segnatamente fasciste. Il Pensiero non può essere messo fuori legge e quindi solo un’azione di contrasto politica e culturale possono mettere al bando, o in forte minoranza tutte le eredità ideologiche del secolo totalitario che riaffiorano sotto altre insegne e producono nuovamente una spinta favorevole ad una torsione autoritaria dei sistemi democratici attraverso azioni politiche.Considero “torsione autoritaria” persino la futura volontà di eliminare un terzo dei parlamentari scambiando la necessità di un risparmio finanziario con l’abbassamento o la cessazione della rappresentanza per significative aree politiche ed anche geografiche del paese.Analoga riflessione, concludo, andrebbe fatta nella sinistra italiana, proprio mentre il chiarimento sotto inteso all’interno del Partito Democratico cerca di avvicinare quest’ultimo sempre più all’esperienza del PCI che non alla prospettiva di una nuova forza socialdemocratica.Non c’è stata alcuna revisione in questi venticinque anni, al massimo qualche diserzione o pentimento. L’unica figura che tentó la via del revisionismo storico fu letteralmente cancellato dalla sinistra italiana, parlo di Achille Occhetto, il cui torto fu quello di aver abbandonato la“Casa del Padre” ragione per la quale lapurga é stata impietosa.Eppure a differenza di Natta e di Berlinguer ebbe il coraggio di riconoscere l’errore di esser stati dalla parte sbagliata nei momenti decisivi della storia europea (nel ‘56 Ungherese e nel ‘68 Cecoslovacco)Il fatto che la Storia stia alle nostre spalle non implica il fatto che non ce se ne debba occupare.Ed il fatto che i Socialisti parlino con voce flebile non impedisce a noialtri di ingaggiare nella sinistra una doverosa riflessione critica e pratica per segnare il tratto che prepara l’avvenire che non può essere sganciato dalla fonte battesimale della Sinistra Italiana che resta ilsocialismo nelle diverse sue espressioni e tendenze.
