FRECCERO COME SCHIAVONE?

Scrive Aldo Grasso, a proposito della terza serie tv dedicata al vice-questore Rocco Schiavone inventato da Antonio Manzini: “Marco Giallini sembra la trasposizione finzionale del direttore di Rai2 Carlo Freccero, il savonese trapiantato a Roma”. La battuta è spiritosa, ma del tutto priva di fondamento. Gli piacerebbe a Freccero… Scherzi a parte, a differenza di quanto pensa il critico del “Corriere della Sera”, qui sotto il link, penso invece che Giallini ormai giri gli episodi di “Rocco Schiavone” con la mano sinistra, pensando ad altro, facendo appello al mestiere e anche alla nota tendenza a ripetersi (gesti, sfuriate, cinismo, alzate di sopracciglia, affondi romaneschi, vaffa eccetera). Poi, certo, la nuova serie, ora diretta da Simone Spada, il regista di “Hotel Garagarin” e “Domani è un altro giorno”, spinge l’acceleratore della malinconia fonda, la costruzione gialla legata alla morte del prete sembrava solo una cornice, essendo l’animo tumefatto del finto influenzato sbirro, anzi “guardia” per dirla coi amici tre amici romani, il vero nucleo emotivo della puntata. Mi auguro che, con le prossime indagini, il dramma esistenziale, pure cruciale, torni a occupare il suo giusto spazio nell’economia del racconto poliziesco.https://www.corriere.it/spettacoli/19_ottobre_03/giallini-perfetta-incarnazione-commissario-schiavone-584206e2-e5fb-11e9-b5eb-dc1ff9a38071.shtml