200 ANNI PER L’INFINITO. 100 POETI PER LEOPARDI

Duecent’anni sono niente se comparati all’Infinito, soprattutto se è quello di Giacomo Leopardi: le stesure definitive datano 1818-1819. Tra le celebrazioni per la ricorrenza, spicca per originalità e pure per il piacere della lettura quella di Vincenzo Guarracino: il professore, leopardista riconosciuto, rilegge i 15 incredibili versi alla luce o all’ombra di una schiera di poeti contemporanei – una composizione per uno, da uno a cento, compreso l’indegno estensore di questa nota – che si sono confrontati in qualche modo con il capolavoro. Con pazienza pari alla competenza, Guarracino mette il cappello, letteralmente, su ogni poesia, lasciando risuonare la sua prosa con i versi di ciascuno. Compone unpuzzlee insieme s’impegna in untour de forcepoiché tutti gli scrittori antologizzati e quasitaggaticon frammenti dei 15 endecasillabi hanno un loroInfinito, un’idea di Leopardi, la maniera di sentirlo contemporaneo: l’Infinitobicentenario, nota il professore, è una sorta di ‘memoria segreta’, che riemerge in modo misterioso nei testi di oggi, come una ‘vena carsica inesauribile’, quasi fosse l’idea stessa di poesia, nei più diversi autori. L’inedito di Franco Buffoni sposta la siepe a Gallarate e l’infinito nello spazio. Quello di Vivian Lamarque si svela prosastico con l’incipit ‘Quanto cara mi è questa finestra’. La siepe, il limite, lo strumento dell’illusione: Dante Maffia invita a valicarla, seguendo il ‘sogno di Ulisse’; Antonio Riccardi vi vede – e trasmette nel movimento dei suoi sei versi – il pericolo del precipizio. Davide Rondoni, in due schegge, accosta all’idea di naufragio eventi minimi, terrestri, in qualche modo salvifici. Giuseppe Manitta avverte un’aria di miracolo, Eliza Macadan erge, in un’immagine metafisica, ‘una colonna di silenzio’. Alba Donati confonde il paesaggio con l’infanzia, Valerio Magrelli unisce il punto dell’io agli ‘altri infiniti punti’. E così via fino a quota cento. Dopo di che, rimettendo in ordine itagsotto i titoli di ogni testo, conviene ricostruire la pista originale per ricominciare da capo. POETI PER L’INFINITO (collana Il gabbiere, Di Felice edizioni), a cura di Vincenzo Guarracino