L’ARDENTE AMORE TRA LA LEDA E IL CIGNO DEL PERUGINO

L’ARDENTE AMORE TRA LA LEDA E IL CIGNO DEL PERUGINO

Se la bellezza leggendaria di Elena ha scatenato la guerra di Troia quella di sua madre, l’affascinante Leda regina di Sparta, ha scatenato le meno violente voglie di Zeus. Un Dio che quando si metteva in testa una donna le studiava di tutti i colori per averla. Per Leda scese dall’Olimpo sulla terra, si trasformò in candido cigno, l’accarezzò con il suo collo sinuoso, si accoppiò con lei, la fecondò e dall’uovo che Leda depositò nacque sicuramente Polluce; poi tra Elena, Clitennestra e Castore i divulgatori del mito fanno confusione sulla paternità, anche perché l’astuta Leda la notte dello stesso giorno fece l’amore con il marito Tindaro. Un mito, quello di Leda e il Cigno, che ha scatenato le fantasie e i pruriti di pittori di ogni periodo. Tra questi il Perugino che, per andare senza censure al cuore del racconto l’ha infrascato tra le grottesche del soffitto del Collegio del Cambio di Perugia. E tra grifi, angioletti, cornucopie, animali mitologici ha liberato la fantasia raccontando con un verismo che non avrebbe potuto usare in un grande formato l’amore tra Leda e Zeus, con Leda che scambia con il capo di tutti gli dei un ardente bacio e vogliosa collabora tenendo con le mani ben ancorato a sé l’olimpico cigno.